Accusato dell'omicidio della moglie Anna Manuguerra, Antonino Madone, per la prima volta dal 21 novembre scorso ha confessato al sostituto procuratore Antonio Sgarrella di esserne stato l'autore. L'uomo, carpentiere di 60 anni, di Paceco, lunedì scorso ha deciso di rispondere alle domande del magistrato, dicendo di essersi pentito del gesto e di non aver premeditato l'omicidio, ma che lo avrebbe fatto solo dopo la provocazione della moglie che gli avrebbe - secondo le sue dichiarazioni - puntato un coltello in faccia per farlo andare via di casa. Madone continuando nella sua ricostruzione dei fatti, ha detto che ha cercato di fermarla ne è nata una colluttazione finita con il folle omicidio. Dichiarazioni e ricostruzione dell'omicidio, quelle di Antonino Madone, che sono totalmente all'opposto con quello che hanno dichiarato i figli della signora Manuguerra, secondo i quali in quella casa da tempo la signora aveva fatto sparire tutti i coltelli per la paura di essere aggredita dal marito. Per i familiari, invece, Madone sarebbe andato a casa, procurandosi prima il coltello utilizzato per il delitto, commesso, ricordiamolo, con trenta coltellate che non hanno lasciato scampo alla signora Manuguerra, cosa che non configurerebbe il delitto nell’ambito di uno raptus d’impeto. La Procura della Repubblica potrebbe chiedere il giudizio immediato evitando l'udienza preliminare. La difesa di Madone è orientata a chiedere il rito abbreviato per far beneficiare Madone di uno sconto di pena.