“E' scandaloso che da cinque anni e mezzo il Cantiere navale di Trapani sia, nell'indifferenza collettiva, inattivo e i suoi capannoni siano completamente abbandonati”. A denunciare, ancora una volta, lo stato in cui versa quella che fino ad alcuni anni fa era una delle realtà economiche e produttive più importanti della città è il segretario generale della Fiom e della Cgil di Trapani Filippo Cutrona mentre alcuni lavoratori, dal mese di settembre del 2011, sostano in segno di protesta, ogni giorno e per alcune ore, dinnanzi la sede del Cantiere.
Abbandono, degrado e incuria. Si presenta così, oggi, il Cnt per cui si attende, da troppo tempo, l'assegnazione, dopo due revoche ad altrettante aziende che avevano partecipato al bando, dell'area demaniale da parte del Ministero delle Infrastrutture.
Nel 2015 l'area sembrava essere stata affidata al gruppo romano Marinedì Srl. Poi, la marcia indietro del Ministero rimise tutto in discussione fino all'affidamento, avvenuto lo scorso agosto, al Cantiere navale Drepanum di Paolo Ricevuto. Oggi i ricorsi al Tar degli altri due concorrenti, la Marinedì Srl e la società cooperativa Bacino di Carenaggio, formata da alcuni ex operai, hanno rimesso tutto nelle mani del Ministero delle infrastrutture che il prossimo aprile si dovrà esprimere.
“Quella del cantiere navale - dice Cutrona – è una storia infinita in cui a pagarne le spese sono una ventina di operai, privati del lavoro e del reddito, e il territorio trapanese a cui sono venute meno un'importante attività produttiva, determinante per lo sviluppo del porto, e il suo indotto”.
Il segretario Cutrona rivendica anche la poca attenzione che gli amministratori locali e la deputazione del territorio ha avuto nei confronti del Cantiere navale di Trapani.
“In questo lungo arco di tempo – dice il segretario della Fiom Cgil – la classe politica del territorio non è stata attenta e vigile, e se lo è stata solo a singhiozzo. I tempi burocratici per definire qualsiasi cosa che riguardasse il Cantiere navale sono stati biblici, una paralisi di cinque anni e mezzo è davvero troppa. I fatti – prosegue – dimostrano che se un interesse della deputazione c'è stato esso non è stato incisivo e determinante. Analoga disattenzione è stata quella mostrata dal sindaco di Trapani che, al di la delle competenze, non si è mai attivato per difendere questo importante interesse produttivo, economico e occupazionale della città”.
Intanto, l'azienda La Porta Industries, che ha subappaltato dalla Metalmeccanica Agrigentina il ripristino del bacino di carenaggio, terminerà presumibilmente entro marzo i lavori di rifacimento delle lamiere, la sabbiatura e la pitturazione del bacino oltre al ripristino delle pompe e delle valvole.
Lavori che, però, una volta ultimati non potranno essere sottoposti alle verifiche di funzionalità perché all'interno del cantiere non vi è la corrente elettrica: dopo la predisposizione del bando l'impianto elettrico è stato depredato e, dunque, il suo rifacimento non era previsto nel capitolato.
“Al Cnt– dice il segretario Cutrona – a un passo in avanti ne corrisponde uno all'indietro. Così sta avvenendo per l'assegnazione dell'area demaniale e così anche per il rifacimento del bacino di carenaggio dove nonostante i lavori siano in fase di completamento bisognerà attendere un nuovo progetto e un nuovo bando per l'affidamento dei lavori per l'impianto elettrico che forse saranno dati in appalto entro giugno”.