Per molti dei ragazzi che partecipano alla Missione popolare è stata la prima volta in un carcere. Insieme al vescovo Pietro Maria Fragnelli, al cappellano padre Bruno Moras e alle suore “Apostole del Sacro Cuore” hanno passato i controlli, lasciato zaini e cellullari per scoprire che il carcere è fatto di persone: personale della polizia penitenziaria, educatori ma soprattutto detenuti provenienti da diverse città e perfino da diverse nazioni. Intenso lo scambio di storie, testimonianze, poesie e preghiere con l’invito finale di una delle giovani presenti a “non mollare mai”. Con commozione alcuni detenuti hanno raccontato l’esperienza vissuta a Roma dove insieme al cappellano hanno partecipato nel novembre scorso al Giubileo dei carcerati con papa Francesco in Vaticano.
Il direttore, Renato Persico, ha presentato la struttura che è anche “Casa Lavoro” e che al momento ospita 85 ristretti .
Infine il vescovo si è soffermato a salutare personalmente i detenuti presenti e riprendendo le parole di alcuni di loro li ha invitati a vivere nel modo migliore possibile la vita: “le fragilità e le tendenze ai comportamenti non buoni le abbiamo tutti, non soltanto voi che siete qui ma questo non deve fermarci né abbatterci. Siamo tutti compagni di viaggio, sentiteci vostri compagni di viaggio e come nella cartolina che vi abbiamo donato papa Francesco porta sulle spalle l’agnello, il fragile piccolo della pecora, allo stesso modo Gesù porta ciascuno di noi sulle sue spalle”.
Quindi il ringraziamento al direttore, a tutto il personale e “a tutti coloro che s’impegnano a rendere questa realtà carceraria un cammino costruttivo”. Un detenuto serbo ha donato al vescovo alcune croci a forma di Tau, lo stesso simbolo che i “missionari” hanno ricevuto nel corso del loro “mandato” domenica scorsa nella chiesa di San Pietro.
Venerdì mattina 3 febbraio, sempre nell’ambito degli incontri della Missione popolare, è previsto un altro incontro presso la Casa Circondariale di Trapani.