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18/02/2017 06:40:00

'I Nassi, inedito del poeta Nino De Vita

Cutusìu, non basta una vita è il primo pensiero che spontaneamente si innesta nell’animo del lettore-visitatore giunto a quel timpuni assulazzatu (“altura desolata”) della Sicilia che finisce in u, di cui demiurgo e custode è il poeta marsalese Nino De Vita.

È impossibile per certi luoghi prescindere dalla loro memoria culturale e tanto più dalla lingua che veicola i ricordi dando loro corpo di parola: De Vita si propone l’obiettivo di costituire un’enciclopedia tribale del microcosmo che ha vissuto fin dall’infanzia, restituendoci la stupita e stupefacente testimonianza di un mondo oramai quasi del tutto perduto.

La visione del poeta è t(r)aumatologica, in principio scorgiamo la rottura (thrauma) con l’idillio del passato travolto dal progresso, su cui successivamente agisce il prodigio (thauma) del ricordo che cerca di risanarla con le parole e le immagini della lingua di Cutusìu.

Nino De Vita offre a Tp24 un inedito, I Nassi, tratto da Muddicchi, sezione del suo quinto libro nata dal desiderio di raccogliere ciò che resta dalla composizione dei volumi precedenti come se fossero le molliche rimaste sul tavolo dopo il pasto.

 

 

’I NASSI

(Le nasse)

 

St’acqua ri mari è vascia.

Siddu scinnu ra varca

toccu.

          Una rrina ggianna

lucenti è nne funnala;

e filiceddi r’àrica

cci sunnu, troffi chi

s’annàcanu…

 

Passu ri ccà pi gghiri

nnall’isula ri Santa

Maria, runn’è ch’aeri

- cu ll’aranci scacciati

misi dda rintra, strisci

ri sarda, pani siccu -

lassai cu Pinu Rrallu

nassi p’a trigghiulina,

vuggiuna, lappaneddi,

macari, si succeri,

un’orata.

 

 

Quest’acqua di mare è bassa./ Se scendo dalla barca/ tocco./ Una sabbia gialla/ che splende è nei fondali;/ e fili d’alga/ ci sono, ciuffi d’erba che/ ondeggiano…// Passo da qui per andare/ nell’isola di Santa/ Maria, dove ieri/ - con i granchi schiacciati/ messi lì dentro, pezzetti/ di sarda, pane duro -/ lasciai con Pino Rallo/ nasse per le triglie,/ gozzi, labro pavoni,/ magari, se succede,/ un’orata.

 

Marco Marino