Il parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi, presiederà in Sicilia il comitato elettorale di Michele Emiliano, candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico. A sostegno del governatore pugliese si sta organizzando una rete regionale che coinvolge anche settori della società civile. Alle primarie, fissate per il 30 aprile prossimo, potranno votare anche i non iscritti al partito.
Intanto, Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, oggi alla Costituente delle Idee organizzata da Possibile di Pippo Civati commenta: "Con Emiliano segretario del Partito Democratico tutte le anime della sinistra possono tornare a casa. A sinistra del Pd c'è tanto fermento, tante idee, tanta voglia di partecipazione, anche oggi alla Costituente delle Idee di Possibile e Pippo Civati si respira l'aria di una sinistra moderna. Riportare dentro il Partito Democratico tutta questa straordinaria comunità che non si è più ritrovata nelle scelte del Pd è l'impegno di Emiliano".
Nel Pd siciliano è in atto una battaglia senza quartiere per il tesseramento. Lo scontro è fortissimo tra le varie anime, dai renziani guidati nell'Isola dal sottosegretario Davide Faraone, ai fronti che sostengono Michele Emiliano, guidati dall'area Lumia e dal deputato Pino Apprendi, e Andrea Orlando, appoggiato nell'Isola dall'assessore Cracolici. C'è tempo fino a martedì per iscriversi e fare le tessere in vista del congresso nazionale del 30 aprile che eleggerà il nuovo segretario.
Il caso esplode a Catania dove i renziani Valeria Sudano e Luca Sammartino, accusati nei giorni scorsi di fare pacchetti di tessere, rimandano al mittente le accuse e, anzi, denunciano manovre di "baroni delle tessere" per impedire il tesseramento di volti nuovi: “Baroni, notabili e signori delle tessere sono letteralmente ‘scappati col pallone" - dicono Sudano e Sammartino - impedito il confronto democratico. Il partito a Catania non vuole tornare nelle piazze e fra la gente". “Il Pd catanese ha perso, ha perso una occasione per tornare nelle piazze, fra la gente - continuano i due sponenti renziani entrati nel Pd con i favori di Faraone - ha perso una occasione per dimostrarsi un partito aperto e democratico. Ieri e oggi a Catania ha perso la politica vera. Fra ieri e oggi centinaia di donne e uomini, di giovani si sono presentati nei circoli e nei gazebo allestiti dal Pd per permettere il tesseramento ma sono rimasti alla porta. Nonostante le code createsi gazebo e circoli sono rimasti chiusi o sono stati chiusi ampiamente prima degli orari stabiliti. Sabato e domenica il Pd catanese aveva scelto di consentire il tesseramento in modo democratico con apertura di circoli e gazebo appositamente dedicati dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 sabato 25 e domenica 26 febbraio. Ma così non è stato. Di fatto è stato impedito il confronto democratico. Il partito a Catania non vuole tornare nelle piazze e fra la gente ma restare chiuso nelle stanze del suo presunto potere comodo e rilassato al calduccio".