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08/04/2017 06:15:00

Mazara, rifiuti e politica. Poche luci e tante ombre nel nuovo regolamento della Tari

Dell’approvazione del piano tariffario della raccolta dei rifiuti (Pef) in Città abbiamo già dato notizia qualche giorno fa. Il dato più strettamente politico è però più sfaccettato. Due aspetti vanno sottolineati: il meretricio politico che vede ormai sempre più un partito, il Psi, che in teoria non dovrebbe essere di governo, ma che in realtà non lo è mai stato e la disunione delle diverse forze politiche di opposizione che potrebbero, numeri alla mano, dare realmente fastidio al non più granitico plotone (15+1) di consiglieri comunali schierati con il sindaco Nicola Cristaldi (Fratelli d’Italia).

IL MERETRICIO ‘MULTILEVEL’ DEL PSI – Veniamo al primo aspetto. Il Partito Socialista Italiano, rappresentato in Aula consiliare da Francesco Foggia (fresco di nomina alla vicepresidenza del Consiglio comunale), ma figlioccio politico del deputato regionale Nino Oddo, a Mazara, sta con i Fratelli d’Italia. A Trapani, lo stesso partito sta, invece, con Forza Italia. In Sicilia il garofano (sempre Oddo) sta con Crocetta e a livello nazionale, in parlamento con il Pd. Se non è meretricio politico questo, si accettano suggerimenti terminologici. Tra l’altro, una volta, le seconde cariche negli organi collegiali di rappresentanza venivano garantiti al maggior partito di opposizione, e quindi a Mazara sarebbe dovuto andare al Pd che, infatti, prima delle dimissioni di Teresa Diadema deteneva la carica di vice presidente del Consiglio comunale. Ma, e non pare un caso, è proprio grazie al Psi che al momento si può blindare, lontano da pericoli numerici, la volontà politica espressa dalla maggioranza. Una vice presidenza che costa poco (fino ad ora), ma che rende tantissimo. In futuro, magari, potrebbe essere contro bilanciata da un assessorato, chissà.

L’AGO DELLA BILANCIA – Se si inquadra in quest’ottica l’elezione di Foggia alla vice presidenza ha più di un senso. La maggioranza cristaldiana ha, ormai, in Aula solo 15 (+1) consiglieri. Come avrebbe potuto far passare un piano economico finanziario rifiuti – che in Consiglio ha destato molte perplessità – senza l’appoggio determinante del vice presidente Foggia? Il socialista risulta da parecchi mesi essere sempre più l’ago della bilancia nonché sedicesimo uomo: cassaforte dell’attività amministrativa guidata da Cristaldi. La penultima votazione del Piano economico finanziario della Tari lo ha certificato per l’ennesima volta: finì 11 pari e l’atto venne bocciato in prima battuta.

POCHI FASTIDI SE I RANGHI DELLA MAGGIORANZA RESTANO SERRATI – Passiamo al secondo aspetto. Al momento della seconda conta, dopo due giorni, erano presenti in Aula 26 dei 30 consiglieri. E anche se tre dei quattro, tra quelli che mancavano, erano, manco a dirlo, dell’opposizione o, comunque, non erano sostenitori del sindaco Nicola Cristaldi, con tutte le truppe cammellate schierate sempre 16 a 14 sarebbe andata a finire. Tuttavia tale situazione numerica potrebbe favorire, un domani, le opposizioni, unite al massimo, per porre qualche bastone politico tra le ruote, qualora qualche pezzo della maggioranza dovesse improvvisamente assentarsi in futuro dall’Aula.

BASTA CON LE ‘AMMUINE’ – Al momento del voto però – come già accaduto altre volte in passato per la deliberazione di atti molto importanti – alcuni consiglieri comunali vengono posseduti dalla sindrome del ‘fantasma’: improvvisamente spariscono dall’Aula. E chi s’è visto s’è visto. Se, poi, questo qualcuno non appartiene alla maggioranza, c’è qualcosa che non quadra nel processo della dialettica democratica in Città. Ogni posizione espressa chiaramente davanti ai microfoni – e poi corroborata coerentemente anche dal voto – è più che legittima, ma il ‘fuggi fuggi’ scientifico, al momento cruciale della conta dei voti, non è un modo trasparente, chiaro e pulito di fare politica. E un tale comportamento risulta tanto più esecrabile quando durante i lavori preliminari d’Aula si proferiscono critiche feroci, ma, poi, non si ha il coraggio di votare contro in modo palese. Tanto più quando i ‘testa a testa’ tra maggioranza e le opposizioni, negli ultimi mesi sono così risicati, sul fil di lana. Un tale modo di ‘fare politica’, non dovrebbe essere ammissibile, ma l’unica sanzione democratica possibile da parte dei cittadini è quella di ricordarsene alle prossime amministrative.

I NUMERI SBALLATI DELLA TARI – A Mazara ci sono 32 stabilimenti balneari e quattro ospedali, ma nessuno li ha mai visti. Lo si desume da uno dei passaggi del Pef Tari che snocciola numeri alquanto strani. E non solo. Stanno emergendo quasi 10 mila utenze (9.780) in più che non erano state mai caricate nei data base comunali dei contribuenti cittadini per il pagamento della tassa sull’immondizia.

EVASIONE ALLE STELLE E DIFFERENZIATA AL 4,4% – Su una popolazione cittadina che si attesta su poco più di 50 mila abitanti, in pratica, il 10% dei mazaresi (in realtà la percentuale è di molto superiore poiché ad ogni utenza non corrisponde un solo cittadino) non avrebbe mai pagato nulla per la raccolta dei rifiuti, con buona pace dei bravi contribuenti che si sono sobbarcati i costi del servizio pure per questa ‘brava gente’. Sono questi i presupposti sui quali l’amministrazione ha basato la riduzione della Tari, nonostante un notevole aumento dei costi per il servizio di raccolta rifiuti che sale da otto milioni circa, ai 13 milioni e spiccioli. Se a tutto ciò si aggiunge una qualità del servizio che definire pessima sarebbe un eufemismo, ed una percentuale di raccolta differenziata da terzo mondo (4,40% nel 2015), senza l’utilizzo del servizio ‘porta a porta’, il quadro generale, presente e futuro, appare desolante.

 

Alessandro Accardo Palumbo

www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo
Twitter: @AleAccardoP