Sono 105 i comuni siciliani che nei giorni scorsi alle "Ciminiere" di Catania hanno ricevuto un premio dalla Regione perché virtuosi nella raccolta differenziata. I dati dell’Ufficio Regionale Speciale per la Differenziata, almeno per questi comuni virtuosi, sono sicuramente positivi, ma di certo non forieri di una Sicilia esempio da seguire per tutto il ciclo della gestione dei rifiuti, perché ad oggi, nella maggior parte delle nostre città, l’immondizia si trova per le strade, le discariche spesso chiudono perché sature e i Comuni si ritrovano con i mezzi bloccati dietro i cancelli d’ingresso o in giro da un capo all’altro dell’isola alla ricerca di una discarica che riceva i propri rifiuti.
È questa la fotografia che ci appare guardando alla situazione in Sicilia, anche se in alcune realtà comunali, rispetto alla differenziata e a quello che era il passato, è stato fatto un deciso passo in avanti. Sono 23 i comuni che nell’ultimo trimestre 2016 hanno superato il 65% di differenziata, fra questi il più grosso è Belpasso. 51 sono, invece, quelli che hanno superato il 50 per cento, tra i quali Marsala, Gela, Misterbianco e Alcamo. Hanno ricevuto una menzione speciali 31 centri che hanno superato almeno per un mese il 50 per cento. E c’è anche una eccellenza che merita di essere ricordata: il comune di Campofiorito supera addirittura il 90 per cento di media.
Ma se da un lato i piccoli Comuni rispondono bene, sono le grandi città: Palermo, Catania Messina e Siracusa che fanno crollare le percentuali e tanti buoni propositi. A Palermo non si va oltre il 12,37 per cento di media nell’ultimo trimestre 2016, anche se in crescita rispetto all’8,1% del 2015. Catania si attesta al 12,06%, nel 2015 era all’8,64. Messina è al 12,4 per cento il dato dell’anno precedente era 9,42 e Siracusa è addirittura al 5,23 (il dato del 2015 era 4,68). Dati che pur in netto miglioramento, in totale bloccano la Sicilia al 20,4% dell’ultimo trimestre 2016.
Non usa mezzi termini per spiegare la situazione il dirigente dell’Ufficio Speciale, Salvo Cocina: "Siamo ancora sotto le aspettative. Quelli che abbiamo sono dati oggettivi, Catania, Palermo e Messina sono al 10 per cento e purtroppo non vediamo prospettive di crescita – precisa il dirigente regionale -. Non assistiamo cioè a quello che abbiamo notato nei comuni più piccoli dove si è registrato un incremento rapidissimo. Va detto però che ci sono i casi di Marsala e Gela, quinta e sesta città della Sicilia per popolazione, che oggi superano il 50 per cento. Auspichiamo che anche i grandi centri possano cambiare pagina”.
MARSALA SUPERA IL 50% - Marsala è il Comune isolano più grande fra quelli con popolazione superiore ai 50 mila abitanti, a superare il 50% di raccolta rifiuti differenziata. Un dato significativo per la quinta città della Sicilia, specie se messo a a confronto con i nove capoluoghi di provincia della Sicilia che registrano una situazione pressoché disastrosa.
“Siamo orgogliosi di questo risultato – sottolinea il Sindaco Alberto Di Girolamo -. Il riconoscimento che ci è stato conferito a Catania premia gli sforzi di questa Amministrazione per la differenziazione dei rifiuti. Tutto questo però non ci soddisfa. Vogliamo crescere e contiamo nei prossimi mesi di riuscire a raggiungere quota 65%. A tal riguardo ci appelliamo anche al buon senso e alla collaborazione dei cittadini".
In rappresentanza dell’amministrazione comunale, a Catania, a ritirare il premio, è andato il vice Sindaco, Agostino Licari, che ha la delega all’Ambiente e che rispetto al sindaco auspica il raggiungimento di percentuali ancora più elevate: “Da quando si è insediata l’Amministrazione Di Girolamo la differenziata è sempre più aumentata fino a raggiungere il traguardo per cui siamo stati premiati a Catania - precisa Licari. La mia personale ambizione è quella di raggiungere una percentuale del 75-80% prima della fine del mandato con conseguenti risparmi per la cittadinanza sulla relativa tassa”.
LAVORATORI SRR TRAPANI SUD SENZA STIPENDIO - Se a livello regionale i risultati della differenziata non sono per niente rosei, non è certo meglio la situazione che riguarda i lavoratori impiegati nella raccolta. L'ultima denuncia arriva dal segretario provinciale della Fp Cgil Vincenzo Milazzo che è intervenuto sulle assunzioni dei lavoratori e sul mancato pagamento degli stipendi degli ultimi tre mesi dei lavoratori della SRR Trapani Provincia Sud.
“Sembrava che la legge regionale sulla gestione integrata dei rifiuti potesse risolvere la catastrofica vicenda dei lavoratori del settore Igiene Ambientale - afferma Milazzo - ma invece ci ritroviamo dinanzi alle stesse problematiche, con l'aggravante che il passaggio alle Srr sta determinando precarietà e malumori sociali. Non è possibile – continua Milazzo - che nella Srr Trapani Provincia Sud si debbano ancora completare le assunzioni di un consistente numero di lavoratori provenienti dalla Belice Ambiente Spa, ormai in fallimento, senza un' apposita graduatoria. Tale condizione sta permettendo la sola assunzione dei lavoratori del cosiddetto mercato libero. E’ ovvio – prosegue - che non abbiamo nulla in contrario sull'utilizzo dei lavoratori non provenienti dalla Società d'ambito, ma ciò aggrava la situazione da un altro punto di vista poiché determina per questi ultimi il diritto a continuare a lavorare per effetto dell'ex art. 200 del codice ambientale in un bacino ormai saturo e con esubero di forza lavoro”.
La Fp Cgil denuncia, inoltre, “una gestione della Srr Trapani provincia sud alquanto discutibile”. “Non c’è nessuna ragione apparente – dice Milazzo - per cui una società di così grandi proporzioni non riesca a emettere in tempi congrui le buste paga e le fatture determinando il mancato pagamento, da tre mesi, degli stipendi agli operatori ecologici e al personale amministrativo”. Tra le preoccupazioni della Fp Cgil il rischio che la Srr vada in default già nei primi mesi di attività. “Rivolgiamo – conclude Vincenzo Milazzo - un appello al consiglio di amministrazione, a cui abbiamo chiesto un incontro, affinché trovi una soluzione per completare le assunzioni e pagare gli stipendi ai lavoratori”.