Tributi locali, in Sicilia l'evasione è da record. Se i sindaci siciliani riuscissero a incassare almeno la stessa percentuale di tasse che incassano i colleghi nel resto d’Italia, nelle casse dei Comuni isolani ci sarebbero ogni anno 600 milioni in più.
I 600 milioni sono il frutto di un calcolo abbastanza semplice, che l’assessore all’Economia Alessandro Baccei ha fatto elaborando vari dati della Corte dei Conti. A livello nazionale i sindaci incassano mediamente il 69,7% dei tributi locali accertati. In Sicilia questa percentuale è del 55,8%. La differenza è, quindi, di 13,9 punti percentuali e tradotta in soldoni vale appunto 593 milioni, ovviamente in meno. Tanto ci sarebbe nelle case degli enti locali siciliani se i sindaci raggiungessero almeno le performance dei colleghi delle altre regioni.
Nelle altre Regioni a Statuto speciale la percentuale di tributi locali incassati è del 64,8%: se almeno in Sicilia si arrivasse a questi standard nelle casse pubbliche ogni anno arriverebbero 380 milioni in più.
All’assessorato all’Economia hanno calcolato che i mancati trasferimenti statali ai Comuni valgono ormai stabilmente circa 450 milioni all’anno. E dunque se i sindaci incassassero almeno quei 600 milioni in più dalle tasse, ci sarebbero perfino 150 milioni d’avanzo. La Regione ha diminuito negli ultimi anni i proprio trasferimenti ai Comuni, scendendo da circa 906 a 829 milioni all’anno. Ma continua a versare, oltre ai 340 milioni di fondi per spese correnti, una cifra simile per i precari e i fondi per la copertura dei debiti degli Ato e il mantenimento delle comunità alloggio. E poi la Regione versa anche 123 milioni alle ex Province.
Più in generale, è tutto il sistema della riscossione che in Sicilia non funziona, come spiega il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo: "Ho trovato una società con dati devastanti. "Al 2015 Riscossione siciliana, che dovrebbe incassare 5 miliardi e 700 milioni l’anno, ne incassava 480 milioni ovvero l’8% di quanto avrebbe dovuto riscuotere. Percentuale che diventa ancora più scandalosa man mano che si sale di reddito: per chi dichiarava più di mezzo milione di euro, la riscossione era ferma al 3,66%, con un vulnus incredibile rispetto anche al resto del Paese". Dei 52 miliardi non riscossi, solo 22 possono essere recuperati perché ancora non prescritti. "Quando è stato fatto uno studio sui grandi evasori è stato appurato che le categorie interessate erano dedite a ortofrutta, onoranze funebre, appalti, carni".
Al momento del suo insediamento, nel febbraio 2015, la società aveva 887 consulenze su 700 dipendenti, assunti al 75% per chiamata diretta. "Abbiamo un problema serio anche con chi effettua le notifiche", ha detto l’amministratore unico di Riscossione Sicilia, "Incontriamo difficoltà enormi nella fase del recupero e della notifica che viene malamente gestita da chi se ne occupa, che subisce la presenza di forze criminali sul territorio".