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01/05/2017 15:14:00

"1° Maggio Ellenico", di Rolando Certa: tributo alla speranza e alla nuova primavera

 C’è stato un tempo non lontano in cui i versi di un poeta riuscivano a vincere l’efferatezza della dittatura.

Nel settembre del 1971 la Grecia porta su di sé il peso della giunta militare dei colonnelli già da quattro anni, i cittadini ellenici sono annichiliti dal regime, gli intellettuali messi al bando. Muore il premio Nobel Ghiorgos Seferis, ma l’eredità culturale che lascia viene subito raccolta e vissuta durante i funerali svolti ad Atene: ventimila ragazzi si riuniscono per cantare i versi del poeta e gridare contro i cordoni di polizia motivi democratici. È l’inizio delle manifestazioni di rivolta che porteranno nel 1974 al rovesciamento del sistema e alla liberazione del paese.

Il poeta di Mazara del Vallo Rolando Certa, esponente dell’Antigruppo e direttore degli "Incontri fra i Popoli del Mediterraneo", poco più che trentenne visita spesso il territorio ellenico affascinato dalla semplicità che rintraccia e che considera similitudine identitaria fra la gente di Sicilia e il popolo greco. Nei versi di I° Maggio Ellenico sente l’esigenza di concentrare la stagione delle utopie di chi, da un’altra sponda del mare nostrum, ha sempre lottato per debellare la tirannide prima nell’animo dei greci, e in seguito nelle istituzioni. Quello di Certa è un tributo alla speranza (Per questo anch’io porto fiori,/ porto fiori a Elpida.), il sentimento che tramuta le parole in rivoluzioni, le illusioni in una nuova primavera.

La poesia I° Maggio Ellenico, datata I° Maggio 1979, è tratta dalla silloge Se tu ed io ed altri ancora, "Impegno 80", 1982.

 

***

Questa è una sera felice,

una sera felice o una nuova illusione?

Rosse ghirlande ai balconi di Atene

e il sole e il sorriso sul volto dei compagni.

 

Elpida canta Bandiera Rossa, O bella ciao,

le canzoni di Apostolos, e ci diciamo, cantando,

«io amo te, tu ami me»

 

L’incubo è finito.

Nella taverna di Nea Smirni,

all’aperto, non fa freddo.

È sera.

Non più freddo, ché la primavera irrompe,

non c’è più tenebra né affanno.

 

Carlo mi dice che qui la gente è semplice,

così semplice come la gente di Sicilia,

così semplice che vorresti avvicinarla

e stringerle la mano.

 

Questa è una sera felice,

con gli amici e con il vino e le canzoni.

I poeti chiedono canzoni,

canzoni e qualche bacio.

Questo lo sanno Fivos, Leta, Vassilis,

lo sanno tutti, tutti quanti.

Per questo anch’io intreccio versi,

versi come i fiori,

per te, per tutti noi, per Lena e Maria e Giannina

e per il sole e per la luce,

per questo I° Maggio ellenico

e per i volti sorridenti dei compagni.

 

Per questo anch’io porto fiori,

porto fiori a Elpida.

Io dovevo portare fiori a qualcuno

in questo I° Maggio

e anche cantare e ascoltare canzoni

in questo I° Maggio Ellenico.

 

 

 

MARCO MARINO