C’è stato un tempo non lontano in cui i versi di un poeta riuscivano a vincere l’efferatezza della dittatura.
Nel settembre del 1971 la Grecia porta su di sé il peso della giunta militare dei colonnelli già da quattro anni, i cittadini ellenici sono annichiliti dal regime, gli intellettuali messi al bando. Muore il premio Nobel Ghiorgos Seferis, ma l’eredità culturale che lascia viene subito raccolta e vissuta durante i funerali svolti ad Atene: ventimila ragazzi si riuniscono per cantare i versi del poeta e gridare contro i cordoni di polizia motivi democratici. È l’inizio delle manifestazioni di rivolta che porteranno nel 1974 al rovesciamento del sistema e alla liberazione del paese.
Il poeta di Mazara del Vallo Rolando Certa, esponente dell’Antigruppo e direttore degli "Incontri fra i Popoli del Mediterraneo", poco più che trentenne visita spesso il territorio ellenico affascinato dalla semplicità che rintraccia e che considera similitudine identitaria fra la gente di Sicilia e il popolo greco. Nei versi di I° Maggio Ellenico sente l’esigenza di concentrare la stagione delle utopie di chi, da un’altra sponda del mare nostrum, ha sempre lottato per debellare la tirannide prima nell’animo dei greci, e in seguito nelle istituzioni. Quello di Certa è un tributo alla speranza (Per questo anch’io porto fiori,/ porto fiori a Elpida.), il sentimento che tramuta le parole in rivoluzioni, le illusioni in una nuova primavera.
La poesia I° Maggio Ellenico, datata I° Maggio 1979, è tratta dalla silloge Se tu ed io ed altri ancora, "Impegno 80", 1982.
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Questa è una sera felice,
una sera felice o una nuova illusione?
Rosse ghirlande ai balconi di Atene
e il sole e il sorriso sul volto dei compagni.
Elpida canta Bandiera Rossa, O bella ciao,
le canzoni di Apostolos, e ci diciamo, cantando,
«io amo te, tu ami me»
L’incubo è finito.
Nella taverna di Nea Smirni,
all’aperto, non fa freddo.
È sera.
Non più freddo, ché la primavera irrompe,
non c’è più tenebra né affanno.
Carlo mi dice che qui la gente è semplice,
così semplice come la gente di Sicilia,
così semplice che vorresti avvicinarla
e stringerle la mano.
Questa è una sera felice,
con gli amici e con il vino e le canzoni.
I poeti chiedono canzoni,
canzoni e qualche bacio.
Questo lo sanno Fivos, Leta, Vassilis,
lo sanno tutti, tutti quanti.
Per questo anch’io intreccio versi,
versi come i fiori,
per te, per tutti noi, per Lena e Maria e Giannina
e per il sole e per la luce,
per questo I° Maggio ellenico
e per i volti sorridenti dei compagni.
Per questo anch’io porto fiori,
porto fiori a Elpida.
Io dovevo portare fiori a qualcuno
in questo I° Maggio
e anche cantare e ascoltare canzoni
in questo I° Maggio Ellenico.
MARCO MARINO