Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
03/05/2017 17:33:00

Pif oggi su Rai Tre parla della mafia a Trapani in "Caro Marziano"

 Pif oggi su Rai Tre parla della mafia a Trapani nella prima puntata della sua nuova serie "Caro marziano". Si tratta di 38 video lettere ognuna della durata di 12 minuti che l'ideatore e regista Pif invia ad un ipotetico marziano sbarcato sulla terra è curioso di conoscere il nostro pianeta. 

Pif ricorda la strage di Pizzolungo e intervista l'unica sopravvissuta Margherita Asta. Tutto avvenne la mattina del 2 aprile del 1985. Quel giorno Cosa Nostra aveva progettato un attentato dinamitardo a Pizzolungo nel trapanese. Lo scopo era di uccidere il magistrato italiano Carlo Palermo, invece la bomba provocò la morte di una donna e dei suoi due figli gemelli. La donna era la madre di Margherita Asta, Barbara, che era in macchina con i piccoli Salvatore e Giuseppe. L'esplosione li colpì in pieno. Barbara, che accompagnava a scuola i bambini, con la sua utilitaria venne a trovarsi fra l'autobomba e la macchina di Carlo Palermo salvando così la vita al giudice. L'esplosione lanciò i corpi dei bambini molto lontano. Sul muro di una palazzina a 200 metri di distanza c'è ancora oggi una grossa macchia di sangue. In quel punto era finito il corpicino di uno dei piccoli. A raccontare tutto questo è Margherita Asta, la sorella dei due gemellini dilaniati nell'attentato.

Margherita all'epoca aveva 11 anni ed ha vissuto quel dramma in una maniera molto intensa. Il telespettatore lo avverte dal suo racconto che si svolge in particolare lungo la strada dove fu posta la dinamite. In quel luogo oggi esiste una statua che ricorda la madre con i due bambini. Margherita sottolinea che è stata pagata con i soldi della sua famiglia, nessuna istituzione è intervenuta economicamente. Si ascoltano anche le testimonianze di due poliziotti che accompagnavano il giudice Carlo Palermo. Ambedue si sono salvati ma sono stati poi collocati in pensione.

Il racconto di Margherita Asta a questo punto diventa molto duro. Lei era rimasta da sola con il padre che, un anno dopo la morte della moglie, si è risposato. Dopo questo fatto l'atteggiamento degli abitanti di Pizzolungo cambia radicalmente nei confronti di Nunzio Asta. Viene insultato pesantemente per aver ripreso moglie dopo soltanto un anno dalla tragedia. Il secondo matrimonio di Nunzio diventa il pettegolezzo più in voga nel piccolo centro. Ma Margherita assolve il padre perché la presenza di una nuova compagna accanto a lui le ha consentito di crescere di nuovo in una famiglia. Successivamente è nato un fratellino che l'ha ulteriormente aiutata a guardare avanti..