Domenico Conoscenti traduce in versi il lessico delle ombre.
La cupa eco viscerale delle parole descrive il perimetro di corpi raccolti nella loro impronunciabile fobia del giorno. Viene demistificata dal poeta palermitano la leggenda della luce come rivalsa del genere umano sulle tenebre, il barlume diurno con abbacinante sadismo si affaccia sul quotidiano per squarciare il sottile velo che separa l’individuo da una verità già intimamente sconfessata: dopo l’oscurità, «forse sarà la luce una nuova tirannia» capace di rendere manifesta la deteriore ripetitività del tempo che fluisce invariabile, perdendo la propria identità.
Ringraziamo il poeta Conoscenti per aver offerto un suo inedito ai lettori della nostra rubrica.
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Le ombre strisciando
rientrano ai corpi.
La luce dilaga
per spiazzi ed anfratti
abbacina muri macerie
le stie degli umani
accende i miasmi
di un bianco accecante.
È ricominciata
la stessa giornata.
MARCO MARINO