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10/05/2017 06:00:00

Salemi, devastato il Teatro del Carmine. I migranti fanno lavori per la comunità

 Mentre infuriano impetuosi i venti della polemica sul controverso fenomeno dell'immigrazione, con sindaci che decidono di cavalcare l'onda della protesta plebea, più o meno organizzata, inseguendo il richiamo di movimenti xenofobi e populisti, gli amministratori del Comune di Salemi, dal canto loro, hanno preferito d'intraprendere un percorso diverso e alternativo.

L'occasione l'hanno colta al balzo, aderendo alla rete dei Comuni che beneficeranno del progetto denominato "I Colori del Mondo", il cui finanziamento viene attinto dai fondi Sprar 2017-19. Nessun costo, quindi, per le casse comunali.

Ciò e' stato possibile grazie alla presenza sul territorio salemitano del "Centro Sprar Marsala- Fiumelungo", che accoglie venti migranti richiedenti asilo e che e' aderente al "Consorzio Solidalia Soc. Coop. Sociale ONLUS", Ente attuatore del progetto, il cui referente e' la dottoressa Angela Mangiaracina.

Il progetto, molto sinteticamente, si propone di favorire l'inserimento di questi giovani disperati, ma che, e' bene sottolinearlo sempre, non perdono mai il sorriso, nel tessuto socioeconomico del nostro territorio mediante lo svolgimento di attività lavorative.

Ma non solo. Il progetto e' permeato da una sottile "filosofia". Le attività lavorative che questi giovani svolgeranno nei prossimi tre mesi, dovranno essere intese come una "restituzione" , una sorta di risarcimento, alla comunità che li ha ospitati.

Voi ci avete accolti con benevolenza, noi oggi cerchiamo di dimostrare in piccola parte la nostra gratitudine con dei lavori che si spera contribuiscano a migliorare la vita sul territorio. Questo, in sintesi, lo spirito che sta alla base di "I colori del Mondo".

Il comune si e' reso disponibile, senza alcun onere a suo carico, ad utilizzare questi giovani integrando il numero dei lavoratori socialmente utili assunti periodicamente per svolgere e potenziare le attività di essenziali servizi, come la ripulitura e diserbatura di tante zone della città, che diversamente rimarrebbero trascurati, condannati al degrado.

La dottoressa Angela Mangiaracina ci ha voluto precisare che "Il percorso verso l'integrazione dei richiedenti asilo e/o rifugiati passa attraverso una diretta acquisizione di strumenti di inserimento socio - economico, secondo questa prospettiva le borse lavoro rappresentano da un lato un esempio pratico di integrazione, formazione linguistica e professionale e dall'altro un esempio di restituzione al territorio tramite lavoro pratico senza costi per l'ente pubblico".

Il sindaco Domenico Venuti, dal canto suo ci ha manifestato tutto il suo entusiasmo per l'iniziativa che ha definito un percorso fondamentale "la collaborazione con le comunità che ospitano i migranti, consapevoli della grande valenza sociale dell'iniziativa. Contiamo di raggiungere l'obiettivo di tenere impegnati i migranti in attività percepite come utili dai cittadini e che consentono un'autentica integrazione fondata anche sulla cura e la condivisione degli spazi. È soltanto l'inizio, abbiamo chiesto nei mesi scorsi alle comunità di sostenere questo percorso insieme a noi e contiamo in una risposta positiva da parte di tutte le realtà presenti sul nostro territorio."

Dal canto suo, l'assessore Calogero Angelo, il progetto lo ha abbracciato con passione e determinazione. "Cercheremo di dare un ulteriore contributo per rendere Salemi più vivibile e decorosa", ci ha dichiarato.

Prima di estendere l'azione in tanti angoli della città, per dare un segnale forte ha voluto che i lavori iniziassero dal Teatro Carmine, una struttura pubblica dalle alterne vicende. Ha assicurato che e' sua intenzione renderlo fruibile in maniera permanente. Per l'imminente estate, intanto, sarà affidato all'Associazione "Peppino Impastato".

Una storia, quella del Teatro Carmine, contraddittoria e controversa. Un manufatto d'autore, ma visto sempre con diffidenza e come un corpo estraneo alla città.

Tutte le Amministrazioni succedutesi negli anni non hanno mai saputo dare una risposta definitiva. Persino quella di Sgarbi, che in teoria avrebbe dovuto essere più sensibile, ne fece uso in maniera impropria e solo per un anno, inondandolo di un improbabile vino rosso.

Per il resto, si tratta di un'opera abbandonata alle erbacce e, di recente, anche ad un locale "barberinismo", ovvero al trafugamento di numerosi e pregiati lastroni di "pietra campanedda", evidentemente a scopo di lucro.

Come i lettori possono vedere dalle foto, i segni ignominiosi di questo tipo di vandalismo sono evidentissimi. E' la seconda volta che accade. Già qualche anno addietro l'attuale amministrazione aveva provveduto alla sostituzione di altri lastroni.

Questa volta i risultati dell'operazione sono stati più devastanti. E' stata asportata quasi l'intera facciata esposta ad est. Uno scempio senza fine. Di questo ultimo attacco ne ha preso cognizione lo stesso assessore Angelo proprio ieri mattina assieme a noi, proprio nel corso dell'avvio dei lavori di ripulitura del teatro. In nostra presenza ha avvisato immediatamente la locale Stazione dei Carabinieri.

Franco Ciro Lo Re