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17/05/2017 06:00:00

Il blu della tristezza. L'unica bandiera che la provincia di Trapani merita...

Sono state assegnate nei giorni scorsi le Bandiere Blu. Il riconoscimento, che premia la qualità del mare, dei servizi, dell’accoglienza, è molto ambìto.

Quest’anno, per la prima volta, non ci sono comuni della Provincia di Trapani. Zero. Non c’è Marsala, che fino a qualche anno fa aveva la bandiera blu, che, però era un mezzo bluff, dato che in quanto a servizi siamo un po' scarsini, in città. Non c’è Favignana, che pure è al centro dell'area marina protetta o più grande d’Europa. Non c’è soprattutto San Vito Lo Capo, che qui da noi ormai è sinonimo di turismo, mare, vacanze. E qualcosa vorrà dire se San Vito Lo Capo, che per noi sarebbe l’eccellenza, non ha la bandiera blu.

Sicuramente significa che noi, tutto il territorio, questo territorio di Trapani, che ha così tanta difficoltà a pensarsi una cosa sola (e quindi è quasi impossibile lavorare con una sola regia…) sta facendo passi indietro. E li sta facendo in maniera silenziosa. Perché mentre stiamo lì sempre in ansia a cercare di capire cosa fa Ryanair con l’aeroporto di Birgi (va?, resta?, e i voli li aumenta? e il volo per Torino lo rimette?), continuiamo, dal punta di vista turistico, ad essere all’anno zero. Quando mi trovo all’estero, scopro che in molti conoscono la Sicilia, e tra questi tutti sono stati o andranno a Taormina, Cefalù. 

Sconoscono Marsala, Trapani e la tutta la nostra provincia. Ma la sconoscono proprio. Non sanno della sua esistenza. Io ne descrivo le meraviglie (non paro sempre di mafia, che vi pare…), faccio anche colpo: le spiagge, le isole, i templi, il barocco, il costo della vita basso. E allora mi chiedono: come ci arriviamo? Abbiamo un aeroporto collegato con tutta Europa. Bene, e dall’aeroporto come ci spostiamo? Lì io faccio scena muta. Dovete affittare una macchina, dico. L’unico modo. Non ci sono treni per muoverci, non ci sono bus. Se volete fare una cosa normale, del tipo la mattina visitare Selinunte, poi spostarvi a Castelvetrano, da lì a Segesta, senza auto non potete farlo. E insomma, poi vogliamo il kite surf, allo Stagnone, però ci arrabbiamo se qualcuno ci ricorda che, essendo quella una Riserva Naturale, il kite dovrebbe essere vietato. O ancora: esaltiamo le bellezze naturali del territorio, ma inorridiamo quando il piano paesaggistico vieta le colture in serra, o le insegne turistiche “ad minchiam”.

Potrei continuare. Ma mi fermo ad un dato. Che riguarda proprio San Vito Lo Capo. Il suo Sindaco, Matteo Rizzo, ha vinto un premio, comunicato dall’ufficio stampa del Comune. Rizzo è tra “i maginifici sette del turismo sicilano”. Giuro. Il premio è di manager turistico dell’anno, per i successi conseguiti a san Vito Lo Capo. Si esalta, nel comunicato, la “gestione manageriale della città” che fa di San Vito una “destinazione leader”.

Chissà se come manager Rizzo possa cominciare ad applicarsi anche all’ordinaria amministrazione. Perché forse è quella che manca. Prendiamo la raccolta dei rifiuti. Lo sapete che San Vito Lo Capo ha un indice tra i più bassi in provincia? 16%. In pratica è un paesino, molto defilato, dove la differenziata sarebbe facilissima farla. Potrebbe fare il 60%, ma semplicemente non la fa. I vigili non controllano, al Sindaco non interessa. Forse perchè è più facile fare soldi con le strisce blu, tanto pagano i turisti. Ecco, se non risolviamo queste contraddizioni, strada non ne faremo molta.

E il blu non sarà mica il colore della bandiera, ma quello della tristezza. La tristezza blu di un territorio che non riesce ad immaginarsi un futuro, perchè dimentica di organizzare bene il presente, e di raggiungere un obiettivo che da noi sempre impossibile: la normalità.

Giacomo Di Girolamo