L'Ars va in vacanza fino a metà Giugno, salta la discussione del collegato alla Finanziaria. Niente prepensionamenti negli enti collegati alla Regione. Salta la riforma della dirigenza regionale e anche quella dei consorzi universitari e degli Ersu. Sfumano pure le centinaia di assunzioni annunciate alla Regione di precari, Pip e dipendenti delle ex Province. E persino la fusione tra Cas e Anas che era stata inserita in una norma ad hoc nel tentativo di farla approvare più rapidamente. Insomma tra polemiche e scontri salta l'intera Finanziaria Bis. Slitta tutto a dopo le elezioni.
Le norme che erano già saltate un mese fa, non sono approdate neppure ieri in aula all'Ars all'ultima chiamata prima della sosta. L'attività legislativa si ferma: va in vacanza fino al 14 giugno. Ma pare che si arriverà a ben oltre l'estate prima di riuscire a discutere e approvare un maxi testo di una novantina articoli e con più di mille emendamenti. L'opposizione va all'attacco. Il M5S grida all'ennesimo scandalo che vede dimenticare gli interessi dei siciliani a vantaggio degli interessi elettorali. Per il capo-gruppo dei grillini all'Ars, Sergio Tancredi è la conferma che «la legislatura si è conclusa di fatto da tempo - dice Tancredi -. Tutto quello che è stato messo nella Finanziaria Bis è stato bloccato per evitare che l'approvazione di questo o quel provvedimento possa favorire un avversario politico. Così - sottolinea Tancredi - si è preferito fermare tutto quello che sarebbe stato utile ai cittadini. E la Sicilia resta a bagnomaria». A proposito dei conti della Regione, Tancredi fa notare che «dai controlli effettuati sono emerse entrate quantomeno incerte per 600 milioni che potrebbero provocare un grave buco di bilancio».
Nel maxi testo della Finanziaria bis erano previste, tra l'altro, le norme per la riorganizzazione della dirigenza regionale, quelle per riformare i consorzi universitari e gli Ersu (gli enti regionali per il diritto allo studio), l'introduzione dei prepensionamenti anche negli enti collegati alla Regione, la stabilizzazione all'assessorato ai Beni culturali di circa 650 catalogatori oggi in servizio alla società partecipata Sas. C'erano pure la liquidazione di Riscossione Sicilia, la soppressione dell'Aran Sicilia e l'abolizione del tetto per gli amministratori delle partecipate. Una corsia speciale era stata riservata alla fusione tra Cas e Anas: un disegno di legge autonomo approdato in commissione Bilancio. «Mancano gli elementi per approvarlo - ha detto il presidente della Commissione, Vincenzo Vinciullo -a partire dalle relazioni degli assessori competenti». Intanto Vinciullo con i colleghi di Alternativa popolare ha presentato un disegno di legge chiedendo a senatori e deputati di farlo loro per evitare il fallimento delle ex province: «In 5 anni è stato tolto un miliardo alle ex province e tutte così andranno in fallimento. Ci sono 6 mila dipendenti in bilico e tanti servizi da garantire a partire dalle strade e dalle scuole».