"Oggi l'industria del vino è l'unico settore economico sano dell'isola, con tassi di crescita annuale a volte a due cifre. Le aziende formano nuovi dipendenti, sempre più qualificati, mentre negli altri comparti questi scompaiono". Lo scrive la Welt in un articolo sul settore vinicolo siciliano, intitolato "Miracolo su un'isola affetta da problemi".
"Con quasi 100.000 ettari di superficie coltivata e 1,7 milioni di ettolitri di vino all'anno la Sicilia è al secondo posto delle regioni italiane per rendimento", nota il quotidiano. Sembra logico che le regioni e i politici sfruttino il potenziale offerto da varietà uniche come quelle che si trovano sull'isola, "ma non in regioni come la Sicilia. Mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, porta avanti nel Nord la coltivazione del prosecco, il governo siciliano non fa praticamente nulla", sostiene la Welt.
"La regione insulare viene considerata, dal punto di vista economico, come la Grecia d'Italia, la corruzione, il clientelismo e la mafia hanno distrutto interi settori economici, l'industria è emigrata altrove, l'abbandono delle zone rurali prosegue".
Tipici settori agricoli come la coltivazione degli agrumi, dei cereali o la produzione d'olio non si sono ancora adeguati all'agricoltura moderna, con la conseguente svendita a prezzi da dumping all'industria alimentare del nord, nonostante tre dei dieci migliori oli al mondo arrivino dalla Sicilia, continua la Welt.
"Invece di intervenire, il governo regionale ha sprecato le sue risorse regionali a favore di cordate criminali", nota il quotidiano, soffermandosi sulla situazione negli anni scorsi. La Welt illustra come i viticoltori locali si impegnino per cambiare le cose e descrive in particolare il progetto di viticoltura sostenibile "SOStain" della famiglia Tasca d'Almerita.