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02/06/2017 07:57:00

Processo a 5 presunti “postini” di Messina Denaro. Gondola: “Sto male, non posso parlare”

 Seppur citato come testimone dai difensori di un altro presunto mafioso (il salemitano Sergio Giglio), imputato come lui nel processo scaturito dall’operazione antimafia “Ermes”, l’anziano boss mazarese Vito Gondola, detto “Coffa”, ha fatto sapere, con una lettera inviata al Tribunale di Marsala, che non verrà in aula per rispondere alle domande. Motivando la sua decisione con ragioni di salute. “Le mie condizioni di salute – scrive, infatti, il 79enne presunto boss - non mi consentono di venire in Tribunale per rendere dichiarazioni”.

A chiedere, con insistenza, la testimonianza di Gondola sono stati gli avvocati Carlo Ferracane e Celestino Cardinale, difensori di Giglio, allo scopo di tentare di dimostrare che gli incontri tra il loro assistito, Gondola, Michele Gucciardi e Michele Terranova non erano per veicolare i “pizzini” utilizzati da Messina Denaro per comunicare con gli affiliati a Cosa Nostra, ma per condurre complicate trattative per la vendita di un gregge di pecore. Quello che tra il 2010 e il 2012 un anziano allevatore di Castellammare del Golfo, Liborio Ancona, alla vigilia delle pensione, vendette a Gondola.

A tal fine, sempre su richiesta dei difensori di Giglio, lo scorso 24 maggio, in Tribunale, sono stati ascoltati il 63enne presunto capomafia di Salemi Michele Gucciardi e il 52enne castellammarese Francesco Giuseppe Ancona, figlio di Liborio. Con la testimonianza di Gondola, quindi, i difensori di Giglio puntano a chiudere il cerchio. E per questo, nell’ultima udienza sono tornati alla carica chiedendo di citare nuovamente Gondola. Il Tribunale deciderà il prossimo 9 giugno. Intanto, l’avvocato Walter Marino, difensore di Gondola, ribadisce che il suo cliente “non è nelle condizioni di rendere l’esame, non è che non vuole, non può”. Insomma, sta male.