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03/06/2017 22:00:00

"Mare Monstrum" confermata la sospensione per sei mesi del carabiniere Gisabella

Confermata, per sei mesi, la sospensione dal servizio per Orazio Gisabella, il carabiniere 52enne originario di Caltanissetta indagato nella maxi-inchiesta palermitana sulla guerra dei mari. La decisione è stata presa ieri dal gip di Perugia, Lidia Brutti, alla quale è stato trasmesso per competenza il filone sull’ex Ros accusato di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine. Gisabella, assistito dall’avvocato Nicola Di Mario, è stato interrogato nei giorni scorsi e ha rivendicato la correttezza del proprio operato. La versione del sottufficiale non ha convinto il giudice che comunque non ha aggravato la misura disposta dal collega di Palermo. Contro Gisabella i pm siciliani avevano chiesto la misura cautelare in carcere mentre il procuratore umbro Luigi De Ficchy, affiancato dai sostituti Mario Formisano e Paolo Abbritti, recentemente ha sollecitato gli arresti domiciliari.

Secondo l’accusa il militare ha compiuto «atti contrari ai suoi doveri d’ufficio» per danneggiare l’armatore Morace e la sua compagnia di navigazione, ottenendo in cambio da un diretto concorrente l’assunzione della figlia. «Un’immorale e spregevole attività di dossieraggio» l’hanno definita gli inquirenti palermitani, convinti che Gisabella abbia tentato di innescare una campagna stampa sfavorevole agli armatori nemici. Gisabella – è l’accusa – facendo proprio il contenuto di un esposto anonimo ha redatto una relazione di servizio adoperandosi affinché arrivasse alla Procura di Palermo così da avviare un’indagine penale. Quell’atto, contenente riferimenti utili agli inquirenti isolani impegnati nell’indagine che ha portato in cella Morace, nonostante le frasi con cui Gisabella avrebbe tentato di accreditarsi presso Sergio La Cava, non è mai stato depositato in via Fiorenzo di Lorenzo. A detta del luogotenente se non si fosse dato credito alla sua fonte sarebbe stato forte il rischio di perdere una gigantesca occasione che avrebbe potuto perfino condurre alla cattura del boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.

Il memoriale L’assunzione della giovane figlia – secondo il gip di Perugia – è dunque da intendersi come una sorta di atto di riconoscenza nei confronti del militare che si era mosso nell’interesse dei rivali di Morace (interessati agli appalti) ma anche di giustizia. Da una parte c’è la speranza per Gisabella di vedere la figlia sistemata mentre dall’altra c’è la forzatura del proprio ruolo per il conseguimento di interessi personali. Tuttavia, anche se non si tratta di un sistematico asservimento della funzione – scrive il giudice – in questa vicenda il sottufficiale si è mostrato sensibile alle richieste di favori. Nel corso della perquisizione l’indagato ha consegnato agli investigatori un memoriale contenente elementi che comproverebbero la conoscenza dell’indagine a suo carico. Una difesa precostituita? E poi, da chi ha avuto quelle notizie?