Dopo la prima vera emergenza rifiuti, che ha messo in difficoltà Trapani e Marsala, è scontro in Sicilia, ancora una volta per una riforma del settore più volte annunciata e mai realizzata.
Il ministero dell'Ambiente nella proroga concessa alla Regione chiede di rivedere il sistema delle Ssr, le società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti che avrebbero dovuto ridurre i costi soppiantando gli Ato. Ma restano tanti nodi da sciogliere. A partire da quello del personale degli Ato che doveva essere riassorbito in nuove aziende attraverso la gestione delle Srr.
Il ministero, nel concedere la proroga, ha chiesto che entro il 20 giugno la Regione presenti un cronoprogramma con le iniziative previste per aumentare la raccolta differenziata e un quadro complessivo degli impianti esistenti e di quelli da realizzare indicando i tempi. L'assessore regionale ai Rifiuti, Vania Contrafatto, commentando la proroga concessa dal ministero ha spiegato che «in Sicilia mancava un’attività di programmazione. Finalmente – ha detto Contrafatto - si raggiungeranno i livelli previsti di raccolta differenziata. Un domani si avranno anche risparmi in tariffa. Prima avevamo una media regionale di differenziata del 9%. Ora siamo al 21%. E non è facile guadagnare 12 punti in meno di un anno con l'impiantistica esistente». L'assessore ha anche precisato che «nell'ordinanza legata alla proroga del ministero abbiamo previsto l'aumento degli impianti di trattamento dei rifiuti differenziati. Raggiungeremo questo obiettivo facendo prima possibile dei bandi specifici».
Per la Regione la colpa della situazione attuale è dei Sindaci: il numero di Srr doveva essere dimezzato ma finora non è stato fatto niente. Nessuna di queste società funziona,
I sindaci però non ci stanno e contrattaccano. Il presidente dell'Anci Sicilia, l'associazione dei comuni, Leoluca Orlando: «Come sempre la Regione manifesta il suo stato confusionale rispetto alla gestione dei rifiuti, cercando di scaricare sui Comuni le proprie responsabilità». Per il rappresentante dei sindaci dell'Isola «la verità è che continua a mancare un piano organico di intervento, che dia, al di là dei vuoti proclami, strumenti per incrementare la differenziata e soprattutto la riduzione e il riciclo». Orlando chiede alla Regione piuttosto di «prendere esempio dai Comuni che nonostante tante difficoltà e in un quadro complessivo di carenza normativa e strutturale, comunque stanno facendo di tutto per aumentare la raccolta differenziata».
Anche il sindaco di Trapani, Vito Damiano respinge ogni accusa e anzi rilancia: «La Regione si ricordi – dice Damiano - che un anno fa ho chiesto l'autorizzazione per un impianto di dissociazione molecolare, che non è un inceneritore, ma un impianto innovativo per smaltire i rifiuti e produrre energia come avviene in altre regioni italiane». Il sindaco di Trapani sottolinea che «le discariche non hanno futuro e bisogna puntare su queste nuove tipologie di impianti ma – rivela con amarezza Damiano - non abbiamo ottenuto risposte». Poi Damiano aggiunge: «Certo non può essere che i sindaci si siano coalizzati a non fare differenziata. Ma invece – continua Damiano – la Regione sa bene quanto è difficile e se ci aiutasse di più potremmo fare meglio».