Rettifiche fatte in passato dai cittadini senza esito, code dalle prime ore del mattino, personale all’osso, invio di tributi già prescritti. C’è questo e tanto altro ancora nella ‘gestione’ dei tributi locali al Comune. Un guazzabuglio continuo che si ripete, inesorabile da anni, senza che se ne riesca mai a venirne a capo.
‘L’ALLINEAMENTO’ SENZA FINE – Alcune settimane addietro sono state spedite migliaia di buste a quei cittadini che non risultano ‘allineati’ (circa nove mila) nella banca dati tributaria del settore omonimo. Scopo di tale invio (anomalo e poi vedremo perché) era quello di far dichiarare a tutti quei contribuenti che non risultano censiti per la Tia, Tares e Tari (in sostanza i tributi per i rifiuti nei diversi anni) o per i quali la loro posizione non è aggiornata.
O SEI CORNUTO O SEI BECCO – E cos’è il ‘genio’? Citando Giorgio Perozzi-Philippe Noiret nel film ‘Amici Miei’ del compianto Mario Monicelli, quando descrive ‘la zingarata’: “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. Fantasia e intuizione su come creare disagi ai più deboli non mancano di certo, agli ‘illuminati’ che tirano le fila del settore tributi: sulla velocità d’esecuzione, invece, stendiamo un velo pietoso. Come definire altrimenti i contenuti del ‘modulo-dichiarazione per l’allineamento della banca dati’? Il risultato di tale ‘confessione’ – per come è stato ideato e scritto – non lascia scampo al povero malcapitato che se lo è visto recapitare a casa. Si parte, infatti, da una premessa grazie alla quale – dall’incrocio tra i dati catastali e l’anagrafe demografica – non può che risultare, più o meno, che sei ‘diversamente evasore’. Già, perché nel modulo prestampato, il presunto evasore o ‘disallineato’ ha una sola via di uscita: “dichiara che la presente equivale a denuncia tardiva dell’immobile ai fini dell’applicazione della Tia-Tares-Tari” e che può rettificare in caso di errori (da motivare con altri documenti farraginosi). Sempre e comunque, però, alla fine del modulo il cittadino suddito “chiede il calcolo della bolletta per gli anni che vanno dal 2012 al 2016 e di usufruire del ravvedimento operoso”. Pagare e muti, tutti. E, se pur essendo proprietario non ho la detenzione ed il possesso dell’immobile? E se l’allineamento riguarda una seconda casa non abitata, e pago già l’immondizia ove sono realmente residente? Devo pagare due volte? La fine della seconda pagina della ‘dichiarazione’ (o confessione?) non lascia scampo: o chiedi il calcolo delle tariffe ed il ravvedimento operoso o non hai altra scelta. O sei cornuto o sei becco, appunto.
INVIO A COSTI ELEVATI SENZA CERTEZZE GIURIDICHE – Altro colpo di genio. L’invio delle ‘auto denunce’ nelle cassette degli ‘evasori’ mazaresi è stato effettuato tramite il servizio garantito da Poste Italiane, al costo per singola busta di 2,10 euro. Si chiama ‘Posta 1 pro‘ e tramite un codice (a barre) bidimensionale applicato sulla busta, si può sapere se la corrispondenza è stata consegnata: il servizio è incluso nella tariffa. Tale invio è, però, giuridicamente irrilevante poiché non è stato effettuato per raccomandata con ricevuta di ritorno. Non c’è in pratica alcuna firma dell’avvenuta ricezione da parte del destinatario, ma solo l’avvenuta consegna. Non era sufficiente un invio a costi normali (posta prioritaria semplice al costo di 0,95 euro) dato che, a livello giuridico, il risultato sarebbe stato il medesimo?
SPORTELLI FUMANTI, CITTADINI VESSATI – Nei giorni immediatamente successivi all’invio delle migliaia di lettere ai cittadini ‘non allineati’, tributariamente parlando, si è verificata la solita ed ennesima ressa presso gli uffici comunali in via Largo Badiella. I più anziani in particolare, hanno fatto registrare una presa d’assalto, sin dalle prime ore del giorno, del settore tributi. Tale fetta di popolazione, infatti, ha poca o nessuna dimestichezza con gli strumenti informatici. Tale canale era previsto, come alternativa al recarsi fisicamente sul posto, per l’invio della dichiarazione di allineamento. E lo si poteva utilizzare sia tramite e mail ordinaria sia attraverso Pec (Posta elettronica certificata). Di quest’ultima opzione di invio ci occuperemo a domani nell’ultima parte di questa inchiesta.
Alessandro Accardo Palumbo
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