Come già scritto ieri nella prima parte di questa inchiesta il settore preposto alla riscossione dei tributi comunali è da anni generatore di disservizi e disagi per i mazaresi. L’ultima puntata, in ordine di tempo, è stata prodotta dall’ennesimo tentativo di sistemazione della banca dati comunale, relativa alle tariffe per i rifiuti. Rettifiche fatte già in passato dai cittadini senza esito, code dalle prime ore del mattino, personale all’osso, invio di tributi già prescritti. C’è questo e tanto altro ancora nella ‘gestione’ dei tributi locali al Comune. Un guazzabuglio continuo che si ripete, inesorabile da anni, senza che si riesca mai a scrivere, definitivamente, la parola fine.
IL RINVIO DELLE SCADENZE – A conferma della totale improvvisazione con cui viene programmato e gestito il lavoro dell’ufficio tributi cittadino, con pochissimi impiegati ed una mole enorme di pratiche da esaminare, il termine per chiudere le pratiche – prima fissato al 31 maggio – è stato, dopo qualche settimana, prorogato al 10 giugno nell’imminenza della data originaria di scadenza.
I MODULI IN FORMATO CHIUSO – C’è da rilevare un’altra cosa curiosa: i moduli presenti sul sito del comune in formato digitale, sono dei file pdf di tipo immagine. Chi avesse l’intenzione di scaricarli sul proprio Pc, in pratica, oltre a non poterli modificare, non può nemmeno copiarli e incollarli su word, per esempio, in modo da potere, eventualmente, variare o integrare i contenuti della propria auto dichiarazione. Nel resto d’Italia si fa molto diversamente, basta farsi un giro tra i portali istituzionali degli altri comuni italiani zeppi di ‘open data’.
LA PEC CON LA MUFFA – Abbiamo provato ad utilizzare la Pec per inviare la documentazione predisposta e richiesta dall’ufficio tributi. Ebbene, l’invio effettuato il 6 giugno scorso, da Pec personale a Pec del settore tributi, non risulta, dopo più di dieci giorni, essere stato ancora ricevuto. La casella, in pratica, viene aperta ogni morte di papa. E la cosa ci è stata confermata anche da altri cittadini che hanno usato lo stesso metodo. Ricordiamo che la Pec ha valore legale, al pari di una raccomandata con ricevuta di ritorno.
IL PRESUPPOSTO DELLA TARIFFA RIFIUTI (EX TIA, TARSU, TARES) ORA TARI – Il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani insistenti nel territorio del Comune. Possesso e detenzione sono categorie giuridiche diverse dalla proprietà di un bene, infatti, su quest’ultima gravano altre imposte come l’ex IMU per intenderci.
SOGGETTI PASSIVI E RESPONSABILI DELLA TARIFFA – “La tariffa è dovuta dalle persone fisiche o persone giuridiche italiane o straniere – si legge nel regolamento comunale TARI all’art. 6 – che occupano o detengono locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti”. La semplice proprietà (senza l’ulteriore uso, occupazione o detenzione), di per sé, non dovrebbe essere motivo giuridicamente valido per generare una richiesta di pagamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Non si capirebbe infatti, perché altrimenti, il legislatore, avrebbe inserito l’ulteriore frase ‘suscettibili di produrre rifiuti’. È una casa non abitata, magari da diversi anni, suscettibile di per sé a produrre immondizia? No. E non lo è, a maggior ragione, se lo stesso intestatario risulta residente in altra via del medesimo Comune e sta già pagando lo stesso servizio di raccolta rifiuti per un'altra utenza. È difficile da verificare una tale fattispecie? No. Sono tutti dati già in possesso del Comune e di altre banche dati pubbliche on line consultabili tra loro. Ma in questa Città alcuni uffici della stessa amministrazione non sanno cosa stia facendo la mano destra e cosa quella sinistra.
Ci sono arrivate, inoltre, ulteriori segnalazioni di dichiarazioni inviate a defunti, a soggetti che detengono immobili dotati di un doppio ingresso: uno su una strada e l’altro sulla via adiacente e così via. Un putiferio tributario delirante insomma. E allora che succede in questo ufficio comunale mazarese?
A QUANDO LA PAROLA FINE? – I cittadini mazaresi sarebbero grati se l’amministrazione, l’assessore al ramo, Vito Billardello, o la dirigente del II settore ‘Gestione delle Risorse’, Maria Stella Marino, volessero chiarire i tanti interrogativi che emergono da questa situazione: domande che, in larga parte, sono uguali a quelle che abbiamo raccolto dialogando con molti cittadini mazaresi. Qualora lo facessero saremmo ben lieti di darne notizia.
Alessandro Accardo Palumbo
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