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25/07/2017 06:00:00

Castelvetrano, ex lavoratori Despar e i licenziamenti facili. La storia di Gaspare Pompei

 “Ho pianto, ho riso, ho urlato…” scrive su Facebook Gaspare Pompei. E’ il lavoratore castelvetranese, sindacalista della Filcams Cgil, che era stato licenziato dalla Esse Emme Srl, società che ha rilevato la rete vendita del gruppo 6 Gdo.

Ha vinto la vertenza, è stato reintegrato sul posto di lavoro e l’azienda condannata, oltre che ad annullare il licenziamento e a riassumere il dipendente, anche a pagare tutte le mensilità perse oltre agli interessi e alle spese legali.

La sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Marsala, Andrea Marangoni, ha accolto il ricorso di Gaspare Pompei, licenziato “senza alcuna contestazione di addebiti che dunque, ancorché teoricamente ipotizzabili, non potrebbero – scrive il giudice – anche per l’impossibilità di attivazioni delle successive garanzie a difesa del lavoratore, in alcun caso ritenersi idonei a giustificare il licenziamento”.

La Esse Emme, dopo le confische, la condanna definitiva per mafia di Giuseppe Grigoli (ex re dei supermercati Despar) e la conduzione “allegra” da parte degli amministratori giudiziari, aveva rilevato dal 2014 i punti vendita dell’ex Gruppo 6 con il marchio Sisa, poi diventato Decò.

Ma a fine novembre del 2016, la Filcams Cgil e la Uiltucs Uil Trapani denunciavano che “Non solo i lavoratori non sono stati ancora tutti assunti, ma già alcuni di loro sono stati incomprensibilmente licenziati”. 

Tra questi c’era appunto Gaspare Pompei. Cigl e Uil si erano detti “pronti a intraprendere azioni volte a tutelare i diritti di coloro che sono stati artatamente licenziati”.

Anselmo Gandolfo (Cgil) e Mario D’Angelo (Uil) avevano perfino chiesto l’intervento del prefetto di Trapani, sottolineando come “la nuova gestione, all’insegna della legalità e del rispetto dei diritti, doveva assicurare il lavoro. Invece assistiamo a comportamenti complessivi che ci lasciano non solo basiti, ma che evidenziano anche una palese ostilità nei confronti di coloro che sono vicini o che rappresentano attivamente i sindacati”.

Matteo Sottile, amministratore della Esse Emme, aveva risposto che i tre lavoratori in questione erano stati licenziati a causa di gravi violazioni. L’impressione era, purtroppo, quella del classico “colpirne uno per educarne cento”. O meglio, in quel caso, colpirne tre per educarne 109, che sono i lavoratori di cui l’azienda si sta facendo carico su sollecitazione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Ma il colpo ben assestato, che riguardava appunto il sindacalista Gaspare Pompei, è fallito. L’azienda ha perso e la Cgil ha vinto, anche se al momento pare che non ci sia nessuna ulteriore denuncia per “condotta antisindacale”.

Questa sentenza – dice il segretario provinciale della Filcams Cgil Anselmo Gandolforappresenta una grande vittoria per il lavoratore e per il sindacato che ha condotto una battaglia consapevole del fatto che il dipendente era stato ingiustamente licenziato. Si tratta – conclude – di un importante risultato che riconosce un fondamentale diritto sancito dalla legge, ovvero quello di poter esercitare democraticamente e liberamente l’attività sindacale da parte dei lavoratori”.

I motivi dello scarso rendimento, che erano stati addotti dall’azienda nei confronti del lavoratore, in effetti sembrano abbastanza singolari. Tra le sue “colpe”: aver ordinato troppi yogurt e troppi tramezzini e non aver esposto i piselli ed il minestrone in un fine settimana. Lo stesso fine settimana in cui mancarono le mozzarelle che, anche se ordinate, non erano arrivate. In quel caso gli si attribuì la colpa di non aver fatto “la comunicazione della doglianza al fornitore”.

Oggi la soddisfazione di Gaspare Pompei è più che legittima: “Voglio rispondere a chi precedentemente aveva scritto che bisogna sentire sempre le due campane che per adesso sentiranno quelle che suonano le note della giustizia. Una dedica particolare la rivolgo a tutti quei lavoratori costretti a sottostare a delle regole che violano la dignità di essere prima uomini e poi lavoratori, a quei lavoratori sottopagati con contratti per 40 ore settimanali e che poi, nei fatti, ne lavorano anche 50 o 60. Quando fui licenziato – ha concluso - qualcuno scrisse anche che i sindacati tutelano solo i fannulloni. Non è affatto vero. E sono fiero di essere un RSA per conto della CGIL Filcams di Castelvetrano”.

Egidio Morici