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13/08/2017 06:00:00

Abusivismo in Sicilia. Se i “Vespri abusivi siciliani” temono la spada di Damocle...

Il movimento che si fa chiamare  “Vespri abusivi siciliani”, ha inviato  un comunicato riguardo al problema dell’abusivismo edilizio siciliano e per la difesa dei cittadini dal legislatore confusionario, dalla burocrazia inefficiente e dai politici incapaci. Tp24.it si è occupato diverse volte del problema. L'ultima nostra inchiesta la potete leggere cliccando qui.

Il comunicato comincia così: “ Decine di migliaia di famiglie sono in Sicilia sotto la spada di Damocle dell’abbattimento della loro casa, per molti la prima.” Il comunicato prosegue:

“Il termine “abusivismo” comprende tantissime situazioni diversissime tra loro ma che vengono tutte gestite in un solo modo: provvedimento di….[così nel comunicato]da parte del Comune a cui segue l’ordinanza di demolizione o come sta accadendo in molti Comuni siciliani, l’acquisizione dell’immobile da parte del Comune che lo affitta o addirittura lo rivende al medesimo proprietario”.

Le cose non stanno come le rappresentano i “Vespri abusivi siciliani”, e vi diciamo perché:

1. Innanzi tutto, non è vero che per molti abusivi si tratta della loro prima casa. Almeno a Marsala, 77° Comune italiano per superficie, le costruzioni abusive più rilevanti, costruite entro 150 mt dalla battigia sono seconde o terze case. Se anche qualche costruzione costituisse la prima casa, nessuna legge permette di costruire la prima casa abusivamente.

2. Le differenze tra tipo di abusivismo da altro tipo non sono giuridicamente gestite allo stesso modo. Un discrimine fondamentale è stabilito dalla l. r. n. 78/1976, che stabilì che nei Piani Regolatori Generali dovesse inserirsi la prescrizione dell’assoluta inedificabilità entro i 150 mt dalla battigia. La dottrina e la giurisprudenza successive interpretarono la norma nel senso che, indipendentemente dal calo nei Piani Regolatori Generali, il divieto fosse direttamente applicabile a tutti gli abusivi, e dovesse essere fatto rispettare dai Comuni.

3. Le tre sanatorie edilizie intervenute in Sicilia – l’ultima del 1985 – non riguardarono, dall’1 gennaio 1977, per effetto della l. r. n.78/1976, gli immobili costruiti entro i 150 mt dalla battigia. Molti utilizzarono le sanatorie per gli immobili sanabili, molti altri non lo fecero, e restarono abusivi.

4. Nei riguardi degli abusivi non rientrati nelle sanatorie, e nei riguardi delle opere costruite entro 150 mt dalla battigia dal 1° gennaio 1977, i Comuni avrebbero dovuto ingiungere, al proprietario o al responsabile dell’abuso, la rimozione o demolizione dell’opera abusiva.

La l. r. n. 37/1985 recepì la legge nazionale n. 47/1985, che prevede l’obbligo dei Comuni di demolire le opere abusive non sanabili.

Molti Comuni, in limitati casi, hanno seguito le procedure di legge. Molti altri Comuni, nella maggioranza dei casi sono rimasti inerti, in attesa di nuove sanatorie. L’on. Paolo Ruggirello nella XV legislatura ha presentato la proposta di legge n. 725 del 18/5/2011 “Recupero e valorizzazione delle coste della Sicilia”. A parte il titolo, il contenuto della proposta è una nuova sanatoria edilizia. Per fortuna, il testo non è stato approvato dall’aula.

L’on. Ruggirello è coerente, e nella XVI legislatura ha firmato da solo un altro progetto di legge avente per titolo “Recupero e valorizzazione delle coste della Sicilia. Istituzione dell’Osservatorio regionale per la tutela e la valorizzazione delle coste”. Anche questo progetto è una sanatoria. Per fortuna non è stato approvato dall’aula.

L’on Ruggirello è pervicace, e nella XVI legislatura ha presentato, assieme ad altri, un progetto di legge di “Salvaguardia delle coste della Regione”. Il progetto, per la buona stella della Sicilia, non è approvato dall’aula.

L’on. Girolamo Fazio ha proposto un emendamento alla legge regionale di recepimento del Testo Unico dell’Edilizia, avvenuto con l. r. n.16/2016. L’emendamento introduceva una nuova sanatoria. Il presidente dell’Assemblea siciliana, Giovanni Ardizzone, non l’ha ritenuto ammissibile.

L’on. Fazio non ha avuto tempo di tentare ancora perché è stato posto ai domiciliari con l’accusa di avere intascato tangenti per fondi riguardanti il trasporto marittimo dall’armatore Ettore Morace, arrestato. Il 31 maggio scorso, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, è stata disposta la sospensione del deputato Fazio dall’Ars dall’11 maggio. Il 14 giugno l’onorevole si è dimesso da deputato.

I motivi per cui, nonostante le leggi nazionali e regionali non si è represso l’abusivismo edilizio entro i 150 mt dalla battigia e oltre i 150 mt. sono diversi, e li elenchiamo qui di seguito:

a) le decine di migliaia di opere abusive rappresentano centinaia di migliaia di voti utili per essere eletti nelle amministrazioni locali e alla Regione.

b) i magistrati delle procure della Repubblica hanno difficoltà a trarre le conseguenze penali da ingarbugliate vicende amministrative. Ma l’opinione pubblica monta e le procure lo sentono. I “Vespri abusivi siciliani” se ne sono accorti e temono per la spada di Damocle sulla testa degli abusivi. La spada di Damocle, secondo leggenda, era sostenuta da un esile crine di cavallo, che avrebbe potuto spezzarsi all’improvviso. Onde il grande timore di Damocle stesso.

Il crine di cavallo della spada di Damocle potrebbe essere tagliato all’improvviso dalla magistratura, e i “Vespri abusivi siciliani” sono in angoscia. Ci sperano invece i milioni di siciliani onesti.

Giacomo Di Girolamo