Come tutti i flirt estivi destinati a durare lo spazio di una stagione, sembra essere arrivato al capolinea il feeling tra l’Amministrazione comunale (più correttamente il sindaco Domenico Venuti) e l’Associazione Socio-Culturale “Peppino Impastato”.
Nato ai primi dell’estate, l’idillio (galeotto fu il piazzale intestato al giovane comunista ucciso dalla mafia di Cinisi nel maggio del 1978) pare essere svanito in questi giorni a causa della comparsa di un murale dipinto da un artista di strada, ma sotto la supervisione dell’Associazione.
Nessuno avrebbe previsto una rottura così plateale. Eppure, se le parole sono pietre, è sufficiente leggere il comunicato stampa diramato nel primo pomeriggio di ieri da parte dei giovani della “Peppino Impastato” per rendersi subito conto che la polemica assumendo toni al calor bianco, sembrerebbe destinata a non placarsi, almeno nell’immediato.
Nel pomeriggio di domenica prossima infatti è previsto un sit in di protesta, proprio davanti allo spazio murale dove era stato dipinta l’immagine di un caprone nelle vesti di un sindaco con tanta di fascia tricolore. Si contesterà all’Amministrazione comunale un comportamento censorio e illiberale nei confronti di una libera espressione artistica.
Della infocata querelle, che ha immediatamente trovato una vasta eco sui social, e delle immancabili conseguenze parleremo più avanti.
Ma ritorniamo per un momento ai primi dell’ agosto scorso. Quando, in torrido pomeriggio, alla presenza del sindaco Domenico Venuti, del vice-sindaco Calogero Angelo, dell’ assessore Vito Scalisi, l’ex assessore e oggi consulente culturale Giuseppe Maiorana e di consiglieri comunali si svolge la cerimonia ufficiale dell’intitolazione del piazzale a Peppino Impastato.
Non in un vicoletto secondario, si badi bene, o in periferia, come lo fu per l’ex sindaco di Salemi Vero Felice Monti, pure lui comunista, ma di Marsala.
Per Peppino Impastato è stato scelto invece un angolo della piazza Libertà. Un sito, che più centrale di così non si potrebbe.
Merito dei ragazzi dell’Associazione che lo avevano individuato, ma altrettanto occorre dire dell’intera Amministrazione, che avrebbe potuto fare orecchi da mercante o rinviare alle calende greche il provvedimento.
Ma l’evento, dal forte valore simbolico, non passò inosservato. Ebbe molta risonanza anche fuori dalle mura cittadine.
Cosi come anche finì col procurare qualche mal di pancia negli ambienti più conservatori della città e forse persino qualche dissenso all’interno della maggioranza.
Se si doveva concedere un spazio, era l’obiezione, perché proprio lì? Sarebbe stato più opportuno scegliere una ubicazione meno appariscente. Questa, l’obiezione più ricorrente.
Ma, proprio quando tutto sembrava scorrere per il verso giusto, complice anche il mutamento del clima, addolcitosi per la frizzante aria settembrina, ecco spuntare inaspettato un murale dai forti connotati sarcastici nei confronti di un non meglio identificabile primo cittadino, raffigurato con la testa di un caprone e con la fascia tricolore.
Ad una prima lettura, appare come una satira nei confronti di un Potere idiota e prepotente. Un attacco rivolto in astratto e senza alcun riferimento a persone fisiche reali e storiche. Queste ci sono sembrate essere le intenzioni del pittore
Solo che, forse l’artista ha dimenticato che il “ Caprone” o la “Capra”, nella mitologia antica e anche nella Bibbia, rappresentavano le divinità a cui venivano offerte le più belle donne, rappresentando il Potere della Natura.
Nel Vecchio Testamento il Caprone infatti simboleggiava il Demone ( l’assioma Capra- Diavolo è ormai consolidato negli ultimi duemila anni).
Quindi non un Potere Politico, bensì un potere scatenante della Natura e dei Sensi. Altro che un Sindaco!
Ma forse a portare fuori strada l’autore, non so fino a che punto inconsapevolmente, è stata l’influenza del pensiero ( si fa per dire) sgarbiano, secondo cui la Capra simboleggerebbe appunto la stupidità umana.
Sia come sia, il murale è stato, forse con troppa precipitazione, “oscurato” in men che non si dica dall’Amministrazione con la lapidaria motivazione: “Non esisteva alcuna autorizzazione per il murales. Si tratta di una questione di rispetto delle regole”.
Nessun atto censorio quindi, solo il ripristino delle norme.
Ma il provvedimento non è affatto piaciuto all’Associazione. Da qui il pesante attacco al Sindaco e la decisione di inscenare il sit in di protesta domenica prossima.
Si obietta, tra l’altro che gli streets artists non avrebbero bisogno di autorizzazioni. Vero. Non ne chiedono, ma quando vengono beccati dalle autorità affrontano personalmente le conseguenze.
Un’ultima considerazione, infine.
Se ci deve essere libertà di espressione artistica, come ci deve essere, senza se e senza ma, sia consentita anche la libertà di giudizio e di critica ad un’opera d’arte.
A noi l’opera non è piaciuta. E non sul piano estetico, ma per l’ambiguità del messaggio che sottende l’opera.
Non ci piace la derisione di un Sindaco, in quanto Sindaco. Lo troviamo pericoloso e fuorviante.
Avremmo preferito che il soggetto della caricatura avesse connotati visibili e riconoscibili.
Cosi lo abbiamo letto, ma potremmo avere sbagliato. Ne saremmo felici.
Franco Ciro Lo Re