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18/09/2017 09:55:00

Quale Sicilia raccontare in questa lunga campagna elettorale

 di Rossana Titone -  Una bimba, con le treccine. Le guancette rosse, fa fatica la mattina a svegliarsi, quel grembiulino non lo vorrebbe proprio indossare. I capelli fanno fatica ad essere intrecciati, meglio lasciarli liberi. All'occorrenza scompigliati, è il vento che racconta i suoi sospiri.
E' così che mi piace immaginarla questa nuova Sicilia che verrà presentata da subito, fino al 3 novembre.
E' stata presa per mano, verrà accompagnata in tutti i luoghi, decantata, ammonita, imbarazzata, raccontata attraverso fiori d'acciaio.
Sotto quel grembiulino, ogni giorno una mise diversa, perchè lei, la Sicilia, è elegante. Gli occhi istillati di infinito, la narreranno come un libro appena pubblicato, con pagine bianche su cui sarà possibile scrivere progetti, pensieri e speranze.
Con severità di principi qualcuno si burlerà di lei, difficile lo stato perfetto di equilibrio cervellotico.
Con animo astuto passeggeranno mano nella mano. La faranno salire sui palchi, fiera e tronfia, barcollante e ingiuriata, abbandonata e virtuosa. Regina e cortigiana.
E quando, a turno, tutti i candidati, presidente e deputati, le chiederanno “ Va bene così?”, lei, Sicilia, risponderà: “Fà come ti pare”.
Quella bambina è diventata donna, e quando una donna fa spallucce rispondendo in quel modo è già l'epilogo, disinteressata al proseguo. La faccia rivela contrarietà, non c'è emozione, non c'è curiosità.

E non c'è coscienza pura che la rappresenti, se non un modo bottegaio di urlarla, con astuzia irriverente.

Abbassa gli occhi spesso, lei, i suoi pensieri sono pesanti, sa che la responsabilità del suo futuro non lo deciderà. Sono gli uomini e le donne che la tengono, adesso, per mano che le faranno trovare la stanza nella quale abitare.

E si parlerà di mafia, antimafia, rilancio, turismo, trasporti, formazione, giovani e lavoro. I contenitori sono già pronti, bisognerà riempirli.

Si susseguono i fermo immagini di un momento, istantanee che racconteranno strade, piazze, spiagge, città.

E non è vero che tutto quello che è stato fatto rientra nell'ordine delle bugie, del falso apparente, del mondo politicante senza progettazione. Non è vero che questa Terra è tutta grigia, non è vero che è sempre dolente. Non è vero che è messa in un angolo. La lamentazione, questa cultura popolare in cui tutto è da recriminare, criticare, scaraventare addosso... E' ridicolo, invece.

Non siamo vittime di nessuna congiura, abbiamo un orgoglio un po' posticcio. Meglio liberarsi di questo arroccamento culturale che ha reso l'aria irrespirabile.
Oggi, domani, ci racconteranno di come il governo Crocetta ci abbia messo in ginocchio, rovinati, il peggiore male della Sicilia( gli ultimi 20 anni li abbiamo già messi nel dimenticatoio... come siamo bravi a rimuovere). Mentre tutti si affanneranno a scrivere l'elenco della tragedia siciliana la Sanità ha compiuto la sua rivoluzione. Non possiamo, qui, non adesso, dire tutto, non basterebbe la rubrica,
ma c'è una storia che, più delle altre, rende perfettamente la concretezza di questa rivoluzione che passa dal risanamento. C'è un bimbo di tre anni, di Licata, che chiameremo Mario, è affetto da ipercolesterolemia familiare. Mario ogni otto giorni deve essere sottoposto a plasmaferesi, una sorta di pulizia del sangue, che fa abbassare i livelli di colesterolo. Ogni settimana Mario era costretto a raggiungere Roma per sottoporsi a quelle cure, con un dispendio economico che i genitori non riescono più a reggere. Mario è un bimbo, uno di quelli che a tre anni dovrebbe giocarci con gli aerei oppure volare con la fantasia alla scoperta di luoghi sconosciuti. Mario non andrà più a Roma, troverà le sue cure all'ospedale dei Bambini “Di Cristina”, a Palermo. In quell'ospedale è stato attivato un percorso per il trattamento di questa rarissima malattia, contestualmente verrà garantita l'ospitalità ai genitori che accompagneranno il proprio figlio.
Ecco, questa è la Sicilia che vogliamo raccontare, è la Sanità che ha trovato la sua compiutezza, la sua umanità tra la burocrazia, i conti da appianare, e le risposte fattive ai cittadini.