Non sono giorni facili per chi è solito spostarsi in aereo, il caso Ryanair ha creato tantissimi disagi, ecco allora i consigli di Aidacon consumatori (www.aidacon.it) ai viaggiatori, come cioè comportarsi in caso di ritardi o di cancellazione dei voli. “Negli ultimi anni – ha spiegato Carlo Claps, presidente di Aidacon – la tutela è stata ampliata, grazie ad alcune sentenze della Corte di giustizia europea che ha stabilito dei principi fondamentali. La legislazione europea prevede forme di tutela per i passeggeri soprattutto quando sopraggiungono cancellazioni di voli e ritardi prolungati”.
Quali sono allora i diritti dei passeggeri? Per quel che riguarda la cancellazione del volo, il passeggero può scegliere tra il rimborso entro sette giorni senza alcuna penale dell’intero costo del biglietto o la riprotezione, ovvero l’imbarco su un volo alternativo. In ogni caso, se il volo viene cancellato scatta la compensazione pecuniaria pari a 250 euro per tratte fino a 1500 km, 400 euro per tratte fino a 3500 km e 600 euro per tratte superiori a 3500 km. Se al passeggero viene offerto un volo alternativo, egli ha diritto al 50% della cifra prevista. Tali diritti non scattano se il consumatore è informato della cancellazione con almeno due settimane di preavviso, o sette giorni prima purchè venga offerto un volo alternativo, con una differenza non superiore alle due ore rispetto all’orario di partenza iniziale.
In caso di ritardo, invece, che va dalle due ore fino a 1500 km alle quattro ore per le tratte superiori ai 3500 km, il passeggero ha diritto ad assistenza (spuntini, telefono e alloggio se necessario), rimborso totale del biglietto se la destinazione viene raggiunta con tre ore di ritardo ( e se necessario il volo di ritorno gratuito), il passaggio alla classe superiore ( o rimborso per passaggio dalla classe superiore a quella inferiore).
Tali forme di tutela non escludono ulteriori azioni di risarcimento: se un passeggero subisce danni a causa del comportamento illegittimo della compagnia aerea, può spingersi a richiedere una somma massima di 4.831 euro sempre che la compagnia non dimostri che l’inadempienza sia imputabile a cause di forza maggiore.