Nino Rosolia, professore all'Istituto Commerciale, ex assessore alla Cultura di Marsala. Siamo agli sgoccioli di questa campagna elettorale. Qui sono venuti tutti, c’è grande confusione e ci sono pochi contenuti.
Diciamo che i contenuti tentano ad omologarsi, a diventare una sola pappa, la stessa, marmellata. C’è una filiazione diretta non solo politica ma anche dal punto di vista antropologico tra il mitico Cavaliere e il giovinastro di Rignano sull’Arno.
Nino Rosolia ci parli della situazione dell’Istituto Commerciale di Marsala.
Da alcuni anni portiamo avanti la battaglia con la quale chiediamo il trasferimento dell’istituto scolastico al vecchio Tribunale di Marsala. Stiamo parlando dell’istituto più popoloso della città. Gravitano attorno a questa scuola, tra studenti, famiglie, docenti e amministrativi, cinquemila persone. Io penso che per un sindaco - lo ricordo molto bene, perché ho dato una mano almeno fino alla vittoria delle primarie, poi sono andato per altre vie -, che nei suoi slogan per la campagna elettorale parlava di contatto con le persone, cittadinanza attiva, di partecipazione e dialogo, non è granché il fatto che dopo tre anni di manfrina in cui si mostrava possibilista per una soluzione di buon senso chiuda ogni possibilità.
C’è il senso di una promessa tradita su questa vicenda.
Così viene vissuta da tutta la scuola.
Il sindaco ha detto, al tribunale vecchio vanno gli uffici comunali e voi, commerciale, andate alla Lombardo Radice che è “leggermente” caduta.
Sì, così per accontentare 26 impiegati che si sono stufati di stare nell’ex scuola di Amabilia, anche quello un delitto pedagogico e sociale perpetrato nei confronti della città, perché la scuola aveva 700 alunni, era un presidio di legalità, e inopinatamente è stata portata alla chiusura. Così togli gli uffici comunali, fai contenti i 26 impiegati che devono andare a fare la spesa quando sono in ufficio in centro città e così rendi tutti contenti ma scontenti 5000 persone. Tutti hanno delle aspettative. Le famiglie, gli alunni. Noi, se venisse fatto un controllo, non so se siamo in regola.
Ricordiamo che l’istituto si trova in un edificio che era un albergo e per il quale la provincia paga 120 mila euro di affitto all’anno.
No, si paga in totale tra il corpo centrale e l’Ex Opere di via Fici, 300 mila euro di affitti. E la situazione non riguarda in provincia solo il nostro istituto ce ne sono tanti altri, come il liceo scientifico di Trapani per cui si pagano 500 mila euro, 350 mila per il liceo artistico di Trapani e così via, Alcamo, Mazara e Castellammare.
Rosolia anche il vicesindaco Agostino Licari è d’accordo con il sindaco, perché sostiene che il trasferimento del commerciale sarebbe una sciagura della città perché non essendoci un parcheggio si bloccherebbe nelle ore di punta.
Noi aspettiamo da 40 anni, lo hanno fatto un rapido calcolo il sindaco e il vicesindaco di quanti anni dovremmo aspettare ancora, perché secondo me aspetteremo altri 30 anni. Occorrono circa 10 milioni di euro, bisogna buttare a terrà l’ex plesso Lombardo Radice, concedere in comodato d’uso l’area alla provincia, la stessa deve trovare i soldi che non ha, perché c’è un documento durissimo della provincia che dice di non avere soldi e di non poter accedere ai mutui. Di cosa stiamo parlando, di fare una passeggiata sotto l’Arco di Tito per prendere una farfallina.... Io pensavo di avere a che fare con persone che vengono da ben altra cultura politica. Le cose si decidono nel confronto con i soggetti interessati, questa si chiama democrazia, non è oligarchia.
Nino Rosolia quanto questa battaglia è dei professori e quanto degli alunni.
I più grandi sono costernati e allibiti, due anni fa hanno fatto una manifestazione pensando di poter arrivare ad una soluzione…. In questa questione, l’unica cosa che mi consola è Agata Christie e i suoi gialli. Cui prodest, a chi giova questo atteggiamento. Si ha la soluzione a portata di mano. Perché fare progetti faraonici, con l’aria che tira chi dà i soldi per fare il grande polo scolastico. E lo si viene a raccontare a persone che aspettano da quarant’anni. Il consiglio d’istituto e il collegio dei docenti hanno approvato dei documenti per il sindaco, il commissario straordinario e la Corte dei Conti perché si potrebbe anche configurare l’ipotesi di un danno all’erario. Qui ci sarebbe una soluzione naturale. Hai bisogno degli uffici al centro, c’è la sede di via Fici e li hai gratis, lì puoi mettere gli uffici e il Commerciale lo lasci andare al Tribunale che è nato come istituto magistrale e come scuola elementare.
Il sindaco dice che i locali del vecchio tribunale non sono idonei per ospitare una scuola, perché non c’è una palestra.
Anche qui, nessuno di noi è onnisciente, nessuno di noi è nipote di Pico della Mirandola. La provincia nel suo durissimo documento non ha fatto chiacchiere, ha messo a disposizione le risorse finanziarie necessarie per fare gli interventi del caso e riportare il tribunale a scuola.