Baldo Gucciardi, assessore regionale alla Sanità, candidato capolista del Partito Democratico a sostegno di Fabrizio Micari Presidente. Arrivano i big.
E’ normale che in una Regione tra le più importanti del nostro Paese ci siano i big che sostengano i propri candidati alla Presidenza della Regione, le proprie liste e coalizioni. Mi auguro che non ci siano le solite polemiche ma il rispetto per gli elettori e quindi che si possa fare capire qual è il progetto e quali sono le prospettive.
Gucciardi, Renzi ha scelto Catania.
Sì, Renzi ha scelto Catania, per noi va bene lo stesso. Probabilmente Palermo è più presidiata e Catania necessità della presenza del leader nazionale.
A Catania c’è Giovanni La Via che è stato scelto con i voti di Forza Italia alla scorsa competizione elettorale.
Poco importa, c’è stata una scissione nel partito. Io non entro mai nelle dinamiche degli altri partiti. Giovanni La Via è una persona straordinaria, competente, uno dei maggiori esperti di agricoltura non solo in Sicilia ma in tutto il Paese, stimatissimo a Strasburgo, quindi va benissimo.
Gucciardi, cosa succede negli ospedali di Palermo, ci sono le formiche che fanno morire le persone?
Non mi esprimo perché il tema è così delicato che evidentemente ci saranno le relazioni degli esperti che poi faranno giustizia di tutto ciò che si dice. Purtroppo sono state scritte cose poco serie, lo dico esattamente come la penso. Che una formica sul cuscino possa provocare situazioni disastrose in sanità è assurdo. Bisognerebbe avere il buon senso di non allarme i cittadini. Può accadere, non deve accadere, ma da qui a farne un caso e una campagna ce ne corre. L’ho già detto con chiarezza, sono il maggior responsabile delle istituzioni sanitarie in Sicilia e ho il dovere sempre della chiarezza, comunque e in qualunque contesto, anche in campagna elettorale.
Come sarà la sua campagna elettorale negli ultimi giorni?
Continuerò ad incontrare più persone possibili come ho fatto fino a questo momento. Questo mi dà molto. Io lo dico spesso, le pareti del palazzo del potere sono troppo spesse, a volte chi ci sta dentro non capisce più i problemi che ci sono fuori. Io ho cercato di interfacciarmi con i cittadini e con le sensibilità che riescono a dare. La campagna elettorale riesce a dare una posizione rispetto ai problemi che molto spesso la politica non vede.
Ma si è umanizzata questa politica?
Io spero di sì, ma soprattutto la politica per rispettare i cittadini deve essere meno urlata. I cittadini durante la campagna elettore hanno il diritto di capire e conoscere le proposte di ognuno e poi fare una scelta sulla base delle cose fatte da un assessore, un deputato. Le rissa e le urla creano confusione e questo crea un vulnus alla democrazia che è per me il motivo per cui i cittadini ritengono la politica inutile rispetto alla propria vita e rimangono a casa. I cittadini hanno compreso benissimo ciò che si muove anche durante le campagne elettorali e meritano serietà e poi in libertà possono scegliere quelli che ritengono più utili per la propria visione che hanno della vita e dei problemi della società.
Gucciardi c’è una fetta importante, il 55% di cittadini, che un tempo votavano e che adesso non vanno più a votare. E’ una presa di posizione, un urlo silente che cerca attenzioni da parte della politica.
Sì, esattamente quello che ho detto. Ognuno di noi che è candidato dovrebbe chiedersi perché i cittadini decide di rimanere a casa e di non esercitare il proprio diritto. Io credo che la responsabilità non sia del cittadino ma della politica che è diventata troppo rissosa, troppo poco propositiva e soprattutto incapace di comunicare quello che è stato fatto negli anni, dai Governi, dalle istituzioni parlamentari da tutti coloro che si sottopongono al giudizio degli elettori in una verifica democratica.
Parliamo di Sanità in provincia di Trapani, cosa ha fatto durante il suo assessorato nei vari ospedali del territorio?
Lo abbiamo detto più volte, abbiamo capovolto un meccanismo organizzativo della sanità in Sicilia che ormai era superato. Qui in particolare, nella nostra provincia, non è mai stata raggiunta l’autonomia sanitaria, per cui i cittadini quasi sempre per malattie e patologie più complesse dovevano rivolgersi altrove.
Perché è successo questo, perché non c’è mai stata l’autonomia?
Perché negli ultimi quarant’anni di programmazione sanitaria tutto si è concentrato negli hub, cioè nei centri clinici delle aree metropolitane, e quindi tutto era su Palermo Catania e Messina. Io ho grande rispetto per questi, abbiamo fatto cose importantissime, ho potenziato gli ospedali di queste tre province, ma quello che ci dice l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), le leggi dello stato e gli orientamenti dei tecnici del Ministero, ci dicono che le province marginali Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa, ecc., sono privi di grandi centri clinici e allora è quello che ho cercato di fare, con due ospedali di primo livello in provincia. Il Sant’Antonio Abate di Trapani e il Paolo Borsellino di Marsala vogliono significare proprio questo. Per esempio ne dico una, non era possibile fare una chemioterapia o una radioterapia, adesso stiamo per aprire il centro di radioterapia a Mazara e a Trapani si sta costruendo l’altro. Erano dunque dei diritti negati, diritti fondamentali che riguardano la vita e la salute dei cittadini.
Quanti posti letto in più in provincia di Trapani?
Sui numeri non si scherza. Erano 640 al primo gennaio del 2017, dopo la mia riforma del 4 aprile, i posti letto in provincia di Trapani sono 919.
Quanti posti letto per la terapia intensiva?
I posti letto in più sono 28. Le terapie intensive che fanno la differenza per il diritto alla vita, parliamo di temi eticamente sensibili e delicatissimi, sono state particolarmente potenziate. In Sicilia c’erano 370 posti adesso sono oltre 500 e questo fa della Sanità della nostra Regione una Sanità al passo che può iniziare la sfida con le Regioni del centro-nord, ovviamente non dico che non ci sono problemi.
Di che cosa ha bisogno ora la Sanità Siciliana?
Bisogna continuare a lavorare tanto. Lo dico per la prima volta, lo Stato ci ha riconosciuto 223 milioni per l’ammodernamento e le innovazioni tecnologiche, oltre alle risorse del fondo sanitario regionale, e anche su questo la provincia di Trapani ne ha una buona fetta. Ne dico una, un milione e 400 mila euro saranno destinate proprio a Marsala, per realizzare il nuovo PTA e rendere decoroso ciò che in questo momento non lo è, mi riferisco all’edificio ex Inam. Questi soldi ci consentiranno di realizzare in quell’edificio una batteria di specialisti: gastroenterologo, neurologo, cardiologo, ecc; cui i cittadini possono rivolgersi, insieme ai medici di medicina generale, per evitare i pasticci dei pronto soccorso. Stiamo riorganizzando la Sanità nella nostra Regione secondo criteri moderni e secondo modelli che devono raggiungere un obiettivo: alzare la qualità dell’offerta sanitaria.
Gucciardi perché non è stato attivato il codice rosa all’ospedale Paolo Borsellino?
Doveva essere attivo già da qualche mese. Questo, al di là del Paolo Borsellino di Marsala è un percorso che va seguito un tutte le istituzioni sanitarie. Credevo funzionasse, evidentemente c’è un ritardo che non riesco a comprendere, visto che qualche mese fa era stato presentato e inaugurato il “percorso rosa”, come lo voglio chiamare io. Il problema del rispetto delle donne è un problema che mi fa molto male, perché dover parlare ancora della fragilità per una differenza di sesso vuol dire che la nostra società ne deve fare di strada e tanta. Noi stiamo vivendo un momento terribile, e lo voglio ricordare, qualche settimana fa a Tre Castagni è stata violentata una donna, un medico che lavorava al pronto soccorso, questo episodio ci sta costringendo a rivedere tutta la macchina organizzativa della sicurezza nei presidi sanitari, lo stiamo facendo insieme ai prefetti e alle forze dell’ordine ma io vorrei non liquidarlo come un problema di ordine pubblico ma un problema che deve far riflettere molto le famiglie.
Gucciardi, tornando alla politica, l’ex senatrice Maria Pia Castiglione ha detto che Roberto Lagalla avrebbe tutto le caratteristiche per fare l’assessore alla Sanità e che questo comparto ha dei problemi. Cosa risponde?
Ma, la perdoniamo, in campagna elettorale si dice tutto per fare comodo alla propria parte politica. Io ricordo che da quella gestione, quando Lagalla faceva l’assessore alla Salute, abbiamo ereditato una sanità con un buco nel fondo sanitario regionale di quasi 1 miliardo. Adesso siamo una Regione che ha cambiato verso, siamo con il segno + nei conti, siamo in equilibrio, la sanità è profondamente cambiata e per fortuna non si può tornare indietro. L’ho detto poco fa, per realizzare una riforma ci vuole tempo, ma da qui a dire che la sanità in Sicilia nel 2007/8 andava meglio ce ne vuole. In quel momento eravamo ultimi per erogazioni di Lea in Italia. Oggi non si buttano più i soldi dalla finestra. Abbiamo fatto la riforma che ci voleva e lo scorso anno abbiamo risparmiato 190 milioni di euro che sono stati reinvestiti in sanità per tutto ciò che occorre per elevare la qualità dell’offerta.