E' possibile il ripescaggio della nazionale italiana di calcio ai Mondiali di Russia 2018? E' la domanda che più circola sul web in queste ore, dopo l'eliminazione dalle qualificazioni ad opera della Svezia.
La risposta è: si, è possibile. Ma come minimo ci dovrebbe essere una grande disgrazia nel mondo. E la seconda risposta è: decide la Fifa, a sua discrezione.
Un Paese partecipante è escluso per guerra civile, colpo di Stato o altro. E la Fifa lo esclude e chiama un altro Paese. E' già accaduto agli Europei del 1992, 25 anni fa. La Jugoslavia fu esclusa perchè c'era la guerra civile. Fu richiamata la Danimarca, che, incredibile, vinse poi gli Europei.
La notte di San Siro ha decretato che l'Italia è fuori dai Mondiali di Russia 2018. Una disfatta pesante per la Nazionale italiana che non parteciperà al campionato del mondo dopo 60 anni. A meno che... Sì, perché c'è una piccolissima e remota speranza di vedere gli azzurri scendere in campo dal 14 giugno, data d'inizio della rassegna continentale. La "possibilità" che in queste ore ha scatenato il web tra commenti ironici e non, viene lasciata aperta dall'articolo 7 del regolamento ufficiale della FIFA che recita: «Qualora un'associazione (delle 32 qualificate) si ritiri o sia esclusa dalla gara, il comitato organizzatore della FIFA deciderà sulla questione a propria discrezione e prenderà qualsiasi azione ritenuta necessaria. Il comitato organizzatore della FIFA può in particolare decidere di sostituire l'associazione in questione con un'altra associazione».
Nonostante il regolamento, però, c'è da sottolineare che un eventuale ritiro dal Mondiale è davvero difficile, considerato che mancano ormai pochi mesi al calcio d'inizio. Quindi è davvero difficile ipotizzare una situazione come questa. L'unica chance - facendo gli scongiuri perché sarebbe un altro brutto momento per il mondo intero - è che in uno dei Paesi in cui la situazione è tutt'altro che tranquilla scoppino guerre o pesanti questioni sociali. Tra questi potrebbero esserci la Corea del Sud, la Nigeria, l'Iran, l'Arabia Saudita, il Senegal, l'Egitto.