Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/11/2017 17:37:00

Le quarantotto coltellate a Giordana, uccisa dal suo ex

 di Rossana Titone - Quando ho iniziato a scrivere questa rubrica ho pensato di farlo senza censure e senza mistificazioni. Che poi in verità lo faccio sempre, del resto la Politica della quale mi occupo mi ha insegnato a essere fredda e lucida. Anche quando non dovrei. Oltremodo.

Non potevo non prendere la penna e scrivere, nero su bianco, di violenza. A ridosso del 25 novembre. Lo faccio spesso, è una battaglia che affrontiamo anche dai microfoni della nostra emittente.
Perché le donne, ancora, fanno parlare di se finendo sui giornali, morte ammazzate. E se non muoiono fisicamente lo fanno nell'anima, nel cuore.
Mutilate, violentate, maltrattate, picchiate.
Ho letto la storia di Giordana, l'ho cercata e l'ho letta d'un fiato. Da lì volevo che partisse la mia caramella.
Quantantotto (48) coltellate. Una ferocia inaudita. Fendenti al torace, all'addome, alla gola. Senza fermarsi nonostante il sangue zampillasse, nonostante non c'era più vita. Si continuava a massacrare un cadavere. Il suo ex compagno non ha sopportato la chiusura del rapporto e la perseguitava. Giordana ha denunciato il giovane per stalking, nemmeno quello ha fermato il crimine che ha tolto la vita a una ragazza che era già mamma di una bimba di pochi anni.
Giordana danzava, amava il ballo. Era allegra e sorridente come dovrebbe essere una ragazza a quell'età. Mai avrebbe immaginato, che da lì a poco, la sua vita sarebbe finita trafitta sotto un'arma affilata da chi le aveva promesso e giurato amore. Eppure l'amore non uccide, non massacra, non accoltella. La piangono i genitori, gli amici, i parenti. Ma Giordana era la mamma di una bimba che crescerà con un peso enorme, un peso a cui dovrà dare delle risposte, dovrà impare a dare un nome alle cose.
A circoscriverle e a canalizzare rabbia e dolore. L'assenza ci sarà sempre.
Non sarà semplice. Come si spiega a una bimba che sua mamma non c'è mentre le stagioni passano, mentre il sole scalda, i prati fioriscono... come si spiega a una bimba che sua mamma non sarà lì a preparare una torta qualunque in un pomeriggio qualunque perchè quella mamma è stata uccisa proprio da suo padre? Come si spiega a una bimba che i compiti dopo la scuola li farà con la nonna? Che il bacino sulla bua non sarà quello della mamma? E' questo dolore che è accecante, che ha segnato una vita prima ancora che questa fiorisse.
Pena inflitta a 30 anni di carcere per il carnefice, nessuna attenuante ricosciuta. Non basterà ad attenuare il dolore di chi quel sangue ce l'ha vivo negli occhi.
Trent'anni di carcere non cancelleranno quelle 48 coltellate che hanno devastato una famiglia, strappato alla vita una giovane donna e ucciso i sogni felici di una bimba a cui la vita ha già fatto la peggiore delle sorprese.
Voglio riscriverlo Q U A R A N T O T T O coltellate. E' la furia che sconcerta. Sono troppe anche per uccidere.
C'è un ruolo a cui tutti noi siamo chiamati, tutti noi che abbiamo a che fare con la comunicazione, chi ha a che fare con le Istituzioni, chi riveste ruoli di opinione pubblica: non abbassare la guardia mai. Parlare, scrivere, fari puntati e sensibilizzazione senza tabù.
Perché non ci siano più Giordana, perché di Giordana non si parli più in chiave di femminicidio.
Perché quelle 48 coltellate hanno trafitto tutte noi, tutte noi che abbiamo una grande responsabilità, quella di non smettere mai di parlarne.