Il Comune di Trapani ha deciso di non partecipare alla "colletta" per salvare l'aeroporto di Birgi. Il Commissario del Comune, Francesco Messineo, ha detto infatti che, a parer suo, non si può finanziare con 300.000 euro un contratto di co-marketing che non prevede in cambio controprestazioni misurabili. In punta di diritto Messineo ha ragione, ciò non toglie che la sua decisione ha creato stupore perché mette in difficoltà gli altri sindaci, è un segnale negativo in un momento in cui l'aeroporto di Birgi è vicino la chiusura. E poi c'è da dire che l'aeroporto, benchè sia più vicino a Marsala, ricade in territorio del Comune di Trapani (le piste invece sono nel territorio del Comune di Marsala). Questo aspetto non va trascurato, perché dal fatto di avere un aeroporto nel suo territorio il Comune di Trapani ne ha tratto solo vantaggi. Un esempio? L' "Addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili, prevista dell’art. 2, comma 11, lett. a), della L. 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni, a favore dei comuni nel cui territorio insista o risulti confinante un sedime aeroportuale". E' una tassa specifica incassata dai Comuni come Trapani che hanno un aeroporto al loro interno. Nel 2017 per il Comune di Trapani sono previsti più di 50.000 euro! Non ci credete? Qui c'è la tabella. Il Comune di Cinisi, nel cui territorio ricade l'aeroporto di Palermo Punta Raisi incassa ad esempio più di 200.000 euro.
Quindi Trapani avrebbe 50.000 euro da mettere per l'aeroporto. Il resto potrebbe venire dalla tassa di soggiorno, che è tra l'altro una tassa di scopo, se ci fossero più controlli contro gli abusivi. Nel 2015 la somma riscossa è stata di circa 240 mila euro, mentre nel 2016, dopo che l’allora amministrazione comunale aveva istituito il Var, acronimo di valutazione attività ricettive il cui compito era quello di scovare quelle attività ricettive dai B&B alle case vacanza che non versano l’imposta di soggiorno, si è arrivati, secondo Federalberghi, a 275 mila euro. Di fatto, “soltanto” 35 mila euro in più rispetto a 12 mesi prima, nonostante la presenza del Var. E di questi 275 mila euro, all’incirca 70 mila euro, il 25%, sono stati versati dai tre principali alberghi della città.
SALONE. A seguito della decisione del Dott. Messineo di non sottoscrivere l’accordo di CO-marketing, , al contrario di 15 comuni della provincia, Francesco Salone, ex consigliere comunale di Trapani e candidato alle recenti elezioni regionali, ha chiesto al neoeletto Presidente della Regione, Nello Musumeci,“di valutare concrete azioni che possano contrastare la “sorda” gestione del commissario Messineo, financo, arrivare alla revoca.” Salone, che ha scritto una lunga e circostanziata lettera a Musumeci, ha definito la scelta di Messineo di non aderire al co-marketing “una presa di posizione, dannosa per la città di Trapani e per l’intero comprensorio provinciale tenuto conto del ruolo di capofila che dovrebbe avere un capoluogo”. L'ex consigliere comunale, a supporto della sua richiesta, specifica che “l’aeroporto Vincenzo Florio, è divenuto il principale volano della seppur fragile, economia della provincia trapanese, un’economia, appunto, che si regge sulle positive presenze turistiche, nazionali e straniere, e che ha fatto registrare un esponenziale aumento delle strutture ricettive, alberghiere ed extra alberghiere, ma anche di somministrazione di alimenti, di bevande etc.”. Per le suddette ragioni l'ex consigliere ritiene che le scelte del commissario siano in contrasto con gli interessi del territorio, che, invece, andrebbero tutelati in via prioritaria. Aggiunge, inoltre Salone, in virtù del fatto che il commissario ricopre sia il ruolo di Sindaco sia quello dell'intero consiglio comunale, non può limitare il proprio operato a valutazioni circoscritte in rigidi schemi tecnico/giuridici che rischiano di fatto, di non tutelare i reali interessi in gioco e di penalizzare l'intero territorio trapanese.