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06/12/2017 06:00:00

Emergenza rifiuti: roghi nella notte a Trapani. Le scelte di Musumeci

  Trapani è piena di rifiuti. La situazione sembra quasi fuori controllo, perchè nella notte si sono sviluppati anche degli incendi. La riunione di ieri che avrebbe dovuto sbloccare la raccolta non ha portato a nulla, e si aspetta giovedì un nuovo incontro. 

La discarica di Borranea, alle porte di Trapani, resta chiusa. Il dipartimento regionale Acqua e Rifiuti non ha concesso l’autorizzazione per il mini-abbancamento da 5 mila tonnellate di spazzatura e, così, i cancelli dell’impianto trapanese sono rimasti sbarrati, con gli autocompattatori dei 22 Comuni che scaricano a Borranea, impossibilitati ad entrare.

La raccolta dei rifiuti, pertanto è ferma da giovedì ed il fermo ormai si avvicina ad una settimana. La situazione è sotto gli occhi di tutti. 

La Regione, dal canto suo, sta elaborando un piano che prevede la realizzazione di altre dieci piccole discariche in Sicilia . Mentre nel lungo periodo la Regione si doterà di impianti per bruciare i rifiuti che abbiano le più moderne tecnologie e basse emissioni. Il tempo è pochissimo perchè l’ordinanza che permette di prorogare la gestione straordinaria delle discariche e degli impianti collegati, evitandone la chiusura, è stata prorogata di appena 15 giorni invece dei tre mesi previsti.

Sia il presidente che l’assessore ai Rifiuti, Vincenzo Figuccia, sostengono che non ci saranno il tempo nè le risorse per le due soluzioni prospettate dal Ministero dell'Ambiente: l’invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia (in altre regioni o all’estero) e la ricerca di cementerie dove bruciare la parte secca riducendo quindi lo smaltimento in discarica. In entrambi i casi servirebbe un bando e in 15 giorni non si arriverebbe all’assegnazione. Dunque l’unica strada è ottenere più tempo. 

Il presidente vuole aumentare la raccolta differenziata spingendosi fino a indicare il target del 60/70% nei prossimi anni. Questo servirà per ridurre lo smaltimento in discarica e per permettere alla Regione di dotarsi di impianti di trattamento più piccoli dei classici termovalorizzatori e a impatto bassissimo. Ma ci vogliono almeno tre anni. Dunque nell’attesa le soluzioni previste sono ancora le discariche. Musumeci ha intenzione di individuare una decina di nuovi siti, pubblici, più piccoli di quelli in funzione oggi che siano sufficienti a tamponare l’emergenza per qualche anno. 

Oggi le discariche in funzione sono otto: Catania, Castellana Sicula, Palermo, Trapani, Enna, Siculiana, Ragusa e Gela. Nelle attuali discariche c’è spazio per smaltire «solo» altri due milioni di metri cubi e al ritmo attuale questa disponibilità si esaurirà fra settembre e ottobre.