Dopo anni di silenzio, torna a farsi sentire Luigi Crimi, già sindaco di Salemi dal 12 giugno 1998 al 30 marzo 2003.
Rincuorato, forse, per il successo della destra alle recenti elezioni regionali, ha preso carta e penna, come suole dire in queste occasione, per segnalare e denunciare " il mancato funzionamento del'impianto dell'illuminazione stradale della via Garibaldi " dove abita l'ex primo cittadino e dove esercita anche l'attività professionale, ma anche per altre strade cittadine, come nella piazza di san Francesco di Paola.
"Il buio - scrive con il sarcasmo per il quale e' rimasto noto quando occupava la poltrona più alta della città- "non gli consente di vedere nemmeno il buco della serratura!"
Non solo. Ma potrebbe essere un buon incoraggiamento ai potenziali malintenzionati che volessero penetrare nell'abitazione per consumarvi una rapina. Cosa, non tanto improbabile, visti i tempi.
Per questi timori, Crimi ha deciso di "diffidare l'Amministrazione comunale ad intervenire con forza presso l'impresa appaltatrice della manutenzione affinché venga assicurata una continua e adeguata illuminazione stradale molto spesso carente e non degna di quella che il sottoscritto, sindaco della città dal 12 giugno 1998 al 30 marzo 2003, ha chiesto e ottenuto il 24 aprile del 2000 con decreto del Presidente della Repubblica venisse elevata al titolo di Città, e che l'attuale sindaco Domenico Venuti (forse perche la tiene sporca e al buio) gli piace chiamarla "Borgo"aggiungendo bontà sua più bello d'Italia".
Ma nel mirino di Crimi non c'e' solo la carente manutenzione della pubblica illuminazione.
Esprime dissenso anche per "i sacchetti dei rifiuti penzolanti dai balconi ormai divenuti causa di pericolo, vergogna e degrado".
Ecco perché "chiedo a tutte le autorità, ed in particolare al sindaco, al Prefetto e al Comandante della locale Stazione dei carabinieri, l'adozione di ogni provvedimento finalizzato a verificare il rispetto della legge e comunque la dimostrazione di come vengono spese le somme incassate dal comune per assicurare i servizi indivisibili e quali servizi indivisibili sono assicurati."
Restando in attesa di conoscere i provvedimenti adottati, infine, nelle more, chiede "l'autorizzazione ad installare alla finestra di casa mia e-o a quella del mio ufficio delle lampade con facoltà di ristoro della spesa da parte del comune per evitare l'occasione favorevole (buio) che agevola un uomo già deciso di rubare in una abitazione".
Che la manutenzione della pubblica illuminazione lascia tantissimo a desiderare, non ci sono dubbi.
Più volte, anche da parte nostra abbiamo segnalato disfunzioni clamorose che spesso lasciano al buio interi quartieri.
Il sindaco Domenico Venuti, a cui abbiamo chiesto una replica, ci ha dichiarato di essere anch'egli insoddisfatto della Gemmo, la ditta gestore, e che spesso ha fatto sentire le lagnanze del Comune.
Per conto nostro, vogliamo ricordare una conferenza stampa dei tempi dei Commissari.
La commissione straordinaria guidata dal prefetto Basile, ci scomunico che era stato affidato il servizio di illuminazione pubblica alla Gemmo s.p.a. con sede ad Arcugnago (Vicenza).
La ditta si sarebbe occupata della manutenzione ordinaria, della gestione degli impianti di illuminazione pubblica, del suo graduale svecchiamento e della riqualificazione energetica della città, per una durata di 9 anni.
Ci parse un tempo infinito. Il prefetto per fugare le nostre perplessità, ci preciso che si trattava di una impresa garantita dalla Consip.
Una sigla allora poco conosciuta per noi miseri mortali, ma che qualche anno dopo avremmo imparato a conoscere attraverso le cronache giudiziarie romane
Franco Ciro Lo Re