di Rossana Titone - Seguo la politica da anni, forse troppi. Raramente mi commuove qualcuno o qualcosa.
E non mi intenerisco perché quel mondo lo conosco così bene da sapere fino a che punto si può fingere, rappresentare un' immagine di se stessi completamente diversa da quella che nella vita reale è.
Se non fosse che ad un certo punto arriva la natura a pareggiare i conti... perchè prima o poi, quella, esce allo scoperto. Sempre.
Proprio perchè so di che cosa si cibano, di nessuno ci si può fidare.
Troppe finzioni, troppi cinismi, troppi sorrisi plasticati.... l'avvicinarsi di un politico non è mai fine a se stesso...
Diciamolo, non è che tu gli stai più simpatico di altri, anzi... forse sei più #scassamaroni.
Però magari servono i tuoi voti, le tue conoscenze, le porte che tu puoi aprire verso altri consensi...
In questo abile mondo politico è faticoso tenere l’equilibrio, difatti in molti di loro non lo sanno tenere, lo fanno fare ad altri questo lavoro. Public relation.
Ci sono quelli che si offendono se si esprime un concetto diverso, mai contraddire chi si ritiene leader.
Per non essere contraddetti, e sottrarsi all'altrui pensiero, basta non esprimere il proprio, circondarsi di pupazzi (muti) e di smettere di essere personaggi pubblici. Meglio farsi le foto, stamparle, appiccicarle in un album di famiglia e cantarsi da soli le bellezze delle proprie gesta.
Non mi mi piace etichettare la politica come tutta marcia, non mi piace generalizzare. Di fatto non lo è.
Ho conosciuto persone ( che sono anche politici) che hanno aperto il loro mondo interiore, mostrandosi per quello che sono. Che amano la fattività, la collaborazione, l'inclusione, che non tramano alle spalle, che non muoiono se qualcuno ha più visibilità di altri o ha ottenuto più successi. Che non sono amici a convenienza, che alzano il telefono e ti chiamano per un progetto, per un saluto, per il caffè ( al tavolo siamo in due ma puntualmente ne arrivano tre, con stupore del barista), per gli auguri... per una cena dalle risate ripescate e dagli umori spumeggianti.
Poi ci sono quelli dall'odio perenne, dal rumore fastidioso che non produce nulla ma devono farlo lo stesso. Ci sono quelli petulanti, che ti devono raccontare per forza come e quanto sono bravi, e se stai troppo in silenzio al cellulare ti dicono: “ ci sei? Ma hai capito che risultato ho portato a casa?”
Applausi... io nel frattempo ho già bevuto la mia terza tisana.
E poi ci sono quelli da “che fatica la mia vita... sto trascurando tutto”, e tu mentre sei passata al prosecco, per stordire il momento, pensi: “ te l'avrà mica ordinato il medico di fare il politico a vita?”
Anzi, meglio pronunciarla ad alta voce la frase. #Chissenefrega, altro hashtag.
Ecco, corto circuito. Offesa facile, non si comprende la differenza tra criticità e insulto. Amen.
Eh... il Paese, la Regione, il villaggio dei puffi, il castello di Biancaneve, e poi ci sono da sistemare ancora i tre Porcellini...scherziamo?
Ancora rumore fastidiosissimo nelle orecchie. Allora...vediamo.
La tisana è andata, il prosecco pure...meglio un amaro per digerire le cazzate.
Anzi, facciamo un grappino barricato. Fa chic.
C'è qualcosa che mi gira per la testa (e non è l'alcool...malpensanti).
Molti di questi personaggi sono pompati dalla stampa, chi li ha umanizzati, chi li ha ridicolizzati, chi li ha presi di mira (a ragion veduta), chi ne ha svelato altarini per poi sorbirsi le loro ire funeste tipo regina della nevi... solo che poi il ghiaccio si è sciolto e sono rimaste le ceneri.
E per pietà non dirò dei messaggi che vengono inviati, se per caso di qualcuno si parla male, o più semplicemente non se ne parla proprio perchè tanto la vita va avanti allo stesso modo, anzi meglio.
Messaggi che sono intimidatori, pieni di ingiurie al limite della querela, che per qualche nano secondo fanno parlare...Salvo poi soffermarsi e ridere per la ridicolaggine.
E' il paradosso di questo momento storico: per molti non ci vogliono gli opinionisti ma lo psicologo.
Prosit.