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28/12/2017 09:50:00

Dall’aumento di 85 euro ai licenziamenti: come cambia il contratto degli statali

 Dopo quasi dieci anni di attesa, è stato firmato l’antivigilia di Natale il nuovo contratto degli statali. Una tappa preceduta dalla sentenza della Corte Costituzionale, da tre manovre (per un totale di 2,8 miliardi di euro), e dalla riforma Madia.

Diverse le novità: dall’aumento medio di 85 euro mensili lordi, alla stretta sui licenziamenti per conflitti d'interessi (ci rientrano anche suoceri, nuore, generi o cognati) alle precisazioni sulle clausole anti-assenteismo, per cui per un 'furbo' paga tutto l'ufficio solo davanti a casi privi di giustificazioni. E comunque le sanzioni più significative ricadranno su chi truffa, piuttosto che sui colleghi. Salvi poi la pausa di mezz'ora e i buoni pasto. Viene invece messo un tetto agli straordinari (200 ore annue). Ai sindacati è stato riconosciuto un ruolo rafforzato in tutto ciò che riguarda turni e flessibilità. Nasce anche un Osservatorio per il benessere dei travet, che sarà attento a prevenire episodi di burnout, esaurimento da lavoro.

Le novità riguardano circa 250 mila dipendenti, gli statali in senso stretto (dai ministeriali agli agenti del fisco) ma la portata si estende a tutto il pubblico impiego, fatto di oltre tre milioni di lavoratori. Si tratta infatti di un contratto “apripista” che detterà la linea anche per gli altri comparti: sanità, scuola ed enti locali. Da qui il percorso lungo e tortuoso per giungere all'intesa. Mesi di negoziati, un tavolo rimasto aperto per tre giorni e una seduta fiume di diciotto ore.

Aumento di 85 euro lordi mensili
Il contratto prevede un aumento medio di 85 euro mensili lordi. Questo per il complesso dei dipendenti delle funzioni centrali, ovvero dipendenti dei
ministeri, della agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici (247 mila 'teste'). Si va da un minimo di 63 euro a un massimo di 117 ma grazie a un'extra (21-25 euro mensili) da riconoscere alle fasce retributive più basse, almeno per dieci mensilità, l’adeguamento risulterà di almeno 84 euro per tutti. Le amministrazioni più ricche potranno contare su un plus (dai 9 a i 14,5 euro a testa) nel salario accessorio. Le tranche di rialzi andranno a regime da marzo. Attesa anche l’una tantum con gli arretrati da 545 euro.

Più voce ai sindacati, bonus eccellenza del 30%
Le organizzazioni dei lavoratori non saranno più solo informate delle decisioni prese dall’amministrazione, ma si darà vita a un confronto (una sorta di concertazione nella versione 2.0) e nelle materie che hanno riflessi sugli orari e
sull’organizzazione del lavoro, si potrà anche contrattare (da turni a straordinari). I bonus di eccellenza non potranno più ricadere nella stessa proporzione su tutti e la maggiorazione del premio rispetto al resto del personale sarà del 30%.

Tetto a precarietà, durata massima di 4 anni
Il contratto a tempo determinato non potrà superare i 36 mesi, prorogabili di
altri 12, ma solo se in via eccezionale. Come nel privato, il numero dei dipendenti a termine non potrà andare oltre il 20% del totale. Superate le soglie non si potrà essere assunti (si entra solo per concorso) ma l’esperienza maturata farà
punteggio.

Via chi commette molestie sessuali
Vengono rafforzate le sanzioni da infliggere in casi di molestie sul luogo di lavoro: in prima battuta il molestatore incappa in una sospensione (fino a un massimo di 6 mesi). Ma se il comportamento viene replicato scatterà l’espulsione definitiva. Via anche chi chiede regali sopra i 150 euro come scambio di favori.

Pugno duro su assenza «strategiche»
Si rimarrà fuori dall’ufficio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuità con le giornate festive. La stessa sanzione è prevista per ingiustificate assenze di massa. Se la condotta si ripete si passa al licenziamento. E non si
scappa, visto che tutto sarà registrato in un 'fascicolo personale'. Soprattutto quando in un ufficio si registrano tassi di assenteismo anomali, non giustificabili, a rimetterci saranno tutti, visto che il monte premi non potrà essere aumentato. Una clausola tuttavia direziona la sanzioni maggiori
sui singoli assenteisti.

Orari flessibili, permessi frazionabili e ferie solidali
La Pubblica Amministrazione apre le porte all’orario di lavoro “elastico”, con fasce di tolleranza in entrata e in uscita. Viene anche potenziata la possibilità di passare al part time. Inoltre anche nella P.a il lavoratore, su base volontaria e a
titolo gratuito, potrà cedere ad un altro dipendente, che abbia necessità familiari (figli piccoli) o di salute, la parte che eccede le quattro settimane di ferie di cui ognuno deve necessariamente fruire. Prevista poi la possibilità di 'spacchettare' in ore (oggi sono riconosciuti in giorni, nel limite di 3), i permessi come quelli per motivi familiari o personali.

Luna di miele anche per unioni civili omosessuali
Le unioni civili valgono come i matrimoni su permessi e congedi. I conviventi potranno così godere dei 15 giorni di stop retribuito riconosciuti per le nozze. Anche nella P.a il lavoratore potrà cedere ad un altro dipendente, che abbia necessità familiari o di salute, la parte che eccede le settimane di ferie obbligatorie.

Stretta contro abusi legge 104
Di norma i permessi previsti dalla legge 104 sulla disabilità andranno inseriti in una programmazione mensile e solo in caso di “documentata necessità” la domanda potrà essere presentata nelle 24 ore precedenti. Intanto le tutele previste per le terapie salvavita vengono estese anche ai giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali dei trattamenti (con un limite temporale di 4 mesi). Arrivano inoltre i permessi ad hoc per visite specialistiche.

Arriva welfare aziendale
In sede di contrattazione di secondo livello, le amministrazioni potranno riconoscere ai loro dipendenti benefit ad hoc, dalla polizze sanitarie alle borse di studio per i figli, dal biglietti gratis per i musei ai presiti facili. Gli statali potranno poi contare su un organismo ad hoc, con un focus su misure di prevenzione dello stress da lavoro e di fenomeni di burn-out.

Da rimprovero a sospensione, si apre a sanzione patteggiata
Arriva poi una sorta di clausola anti-ricorsi per gestire attraverso procedure di conciliazione le condotte da sanzionare, secondo il codice disciplinare del pubblico impiego. I tecnici parlano di “determinazione concordata della sanzione”, che ovviamente esclude la funzione più grave, quella del licenziamento.