ARS, mia cara ARS, ma quanto ci costi?
Il governo Crocetta si era auto incensato parlando di lotta agli sprechi della politica, avevano condannato la vecchia classe parlamentare e governativa (da Cuffaro a Lombardo), fatta di sperperi e di soldi buttati dalla finestra.
La verità, come sempre più spesso accade, sta da un'altra parte.
Rosario Crocetta e i suoi non hanno fatto nulla, se non tagliare il numero dei deputati, hanno poi pensato bene di raddoppiare il budget messo a disposizione per le assunzioni dei galoppini di turno.
Come una coperta, la tiri di qui e la allunghi di lì.
E si badi bene, i costi della nuova ARS non sono imputabili all'appena insediato governo targato Nello Musumeci.
La nuova legge elettorale ha solamente portato in Aula venti deputati in meno, da novanta i parlamentari sono adesso settanta. Non è stato però toccato il loro compenso e i benefici che ne derivano.
I costi della Regione, se da una parte sono stati ridotti dall'altra si dilatano per effetto delle assunzioni che i parlamentari potranno fare.
Settanta le persone che saranno assunte con una crescita della voce “ spesa del personale” che ammonterebbe a 3,2 milioni di euro.
Fatta la legge, trovato l'inganno.
I costi della casta non sono stati toccati, concetto chiaro.
E poi c'è il tetto sugli stipendi d'oro che dal primo gennaio verrà meno, nonostante Gianfranco Miccichè, redarguito, abbia lanciato, il prode, Giorgio Assenza per incontrare i sindacati di categoria, quindi ripristinare il tetto dei 240 mila euro annui. Proprio Assenza, deputato questore di Diventerà Bellissima, di Ragusa, ha ribadito in Aula che il compenso per un deputato, che è pari ad 11.100 euro, non è esagerato:
“ e come vengo io qua in autobusso?”
No, certo che no. Assenza, lo vediamo molto operativo sui social, arriva a Palermo in auto, con prole al seguito, e soprattutto non mangia panini.
Lo dica ad un operaio, che alle 12 di ogni giorno il suo di panino lo scarta, per farne pranzo.
Dove il buon senso non arriva dovrebbe arrivare la buona creanza di tacere.
Intanto il bilancio del Parlamento Siciliano avrebbe già al suo attivo 900 mila euro annui, tanto quanto costerebbero gli stipendi dei dipendenti di ruolo, che sono pari a circa 180.
La cifra c'è, del resto le trattative tra Assenza e i sindacati dureranno circa sessanta giorni e pertanto il tetto agli stipendi d'oro verrà rimosso, per come indica la legge del 2015.
A questi costi si aggiungono 51, 5 milioni di euro per le pensioni.
Oltre ai dipendenti di ruolo ci sono quelli che vengono assunti dai gruppi parlamentari.
E qui si sa, ognuno cerca di piazzare i propri , indicazioni spesso di segreterie comunali. Per una spesa che ammonterebbe a 8,3 milioni di euro, voce in crescita. Infatti nel 2017 il costo per il personale di servizio è stato di 5,1 milioni di euro.
E poi c'è il personale di segreteria, a loro un contratto di 58.700 euro annui, ogni deputato potrà assumere chi vorrà, il budget messo a disposizione è quello. Anche qui la spesa è cresciuta, nella scorsa legislatura al gruppo parlamentare veniva riconosciuto un budget di 28.800 annui. Il doppio in questa nuova fase di governo.
Ma chi si scorda dei portaborse? I tuttofare dei parlamentari, da autisti a tenutari dell'agenda, a scribacchini, l'importante è che il posto ci sia. A loro 3.180 euro al mese.
Stringono la cinghia, si fa per dire, sulle spese di telefonia fissa, il budget è di 176 mila euro annui, 10 mila per quella mobile.
Il contributo per il funzionamento del gruppo parlamentare è di 600 mila euro annui, i rimborsi per gli adepti della segreteria personale sono pari a 2 milioni di euro, 80 mila euro per il materiale di cancelleria. Cosa scriveranno, enciclopedie?
In aumento i contributi per le attività culturali che sono pari a 549 mila euro, i costi per i comandati, presso il consiglio di presidenza, crescono fino ad arrivare a 306 mila euro.
Insomma i tagli annunciati sono stati solo proclami, i deputati potranno scegliere direttamente i loro galoppini senza che questi abbiano delle referenze o specializzazioni particolari. L'importante è calare la testa.
Chissà se il nuovo presidente, metterà mani agli sprechi di una politica di ricerca del consenso, anche attraverso l'elargizione di posti da “factotum