Nuove regole per difendersi dalle telefonate indesiderate dei call center.
Per proteggere i numeri telefonici e, di conseguenza, la nostra privacy sono in arrivo nuove norme con l’obiettivo di tutelarci meglio da chi ci chiama anche nelle ore meno opportune per proporci offerte commerciali. È la legge sul telemarketing che il Parlamento ha approvato prima di Natale. Un rafforzamento della privacy a cui si aggiungerà, dal 25 maggio, il regolamento europeo che uniformerà nella Ue le norme sull’utilizzo dei dati personali, rendendole più efficaci. Spiega Il Sole 24 Ore:
"Lo strumento di difesa che già esiste ha dimostrato di non funzionare. Si tratta del registro delle opposizioni: istituito nel 2011 e gestito dalla Fondazione Bordoni, è un elenco in cui si può iscrivere il proprio numero telefonico. Gli operatori di telemarketing devono, prima di iniziare una campagna pubblicitaria, verificare quali tra i recapiti telefonici che intendono contattare è presente nel registro delle opposizioni e, in tal caso, non utilizzarlo. Spesso, però, i call center non fanno simile controllo e così anche i numeri protetti diventano bersaglio delle promozioni.
C’è, poi, il fatto che il registro non ha raccolto molte adesioni. Dopo sette anni risultano iscritti poco più di 1,5 milioni di numeri, su un potenziale di circa 13 milioni. Al netto delle persone cui non interessa proteggere la propria utenza dalle chiamate indesiderate, il dato resta molto basso.
Con la nuova legge è, tuttavia, probabile che le iscrizioni subiscano un’impennata, perché l’elenco, finora riservato alle numerazioni fisse contenute negli elenchi telefonici, si apre ai cellulari e comunque a tutti i numeri pubblicati o meno negli elenchi telefonici. Un bacino di 117 milioni di utenze.
Non è, però, l’unica novità che può rivitalizzare il registro e, al tempo stesso, proteggere meglio la nostra privacy. La nuova legge prevede anche che le autorizzazioni all’uso del numero telefonico per finalità commerciali - spesso concesse per disattenzione o perché non si offre all’utente, nonostante la legge lo preveda, la possibilità di un consenso differenziato - decadano nel momento in cui ci si iscrive al registro. C’è, però, una deroga, osteggiata dal Garante della privacy ma votata dal Parlamento: l'inserimento nel registro non fa decadere i consensi dati nei trenta giorni precedenti l’iscrizione. Viene, tuttavia, assicurata una facoltà di revoca semplificata".