La I Commissione all’Ars ha deciso di bocciare la norma che prevede la possibilità anche per i sindaci siciliani di comuni con popolazione fino a tremila abitanti di svolgere il terzo mandato.
“Siamo contrari, è una decisione senza motivo”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani.
“Come è noto nel resto d’Italia – ha aggiunto il segretario generale dell’Associazione, Mario Emanuele Alvano – i sindaci possono essere eletti per tre mandati consecutivi, così come previsto dall’art.1 comma 138 della legge 56/2014 (Legge Delrio)”.
“Quanto avvenuto oggi all’Ars – ha concluso Orlando - non tiene in considerazione il ruolo istituzionale dei comuni. E’ utile ricordare al legislatore regionale che alcune limitazioni nei confronti dei sindaci non hanno eguali per altre cariche istituzionali e che nelle piccole realtà, dove talvolta vi è una forte carenza di candidati a sindaco, esistono persone che decidono di sacrificarsi per i propri comuni accettando pesanti responsabilità per assicurare una continuità istituzionale e per garantire, con il proprio contributo, professionalità e competenza”.
Il Capogruppo di Forza Italia all’Ars, Giuseppe Milazzo, ritiene "scandaloso che per colpa di deputati eletti tra le fila del centrodestra oggi si è bocciato un disegno di legge che aiuta i piccoli comuni ad avere un proprio rappresentante”.
Continua Milazzo: “È sotto gli occhi di tutti che, a causa delle condizioni di grande difficoltà in cui vessano i Comuni, oggi sia difficile trovare amministratori esperti e disponibili a candidarsi. È scandaloso – incalza il Capogruppo forzista – che esponenti del PD, i quali vantano mandati che vanno ben oltre le 3 legislature, di fatto vietano ai Sindaci di candidarsi per la terza volta”.
Conclude il Capogruppo: “Viviamo in un periodo di grande ipocrisia, in cui si predica quotidianamente, sia da membri del Pd che del M5S, l’urgenza di allinearsi al resto del Paese, per pura convenienza. Quella bocciata oggi è una norma nazionale e faremo di tutto per riproporla”.