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24/02/2018 19:30:00

Cani randagi. Le reazioni dopo il massacro di Sciacca

 La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui trattano gli animali.
Potremmo già tirare le conclusioni, e dire che la Sicilia è lontana anni luce da un percorso di conversione verso la sensibilizzazione del benessere animale.


Sciacca è un esempio di come la piaga del randagismo, non attenzionata a sufficienza dal sindaco Francesca Valenti, sia diventata terra di cui si parla in accezione negativa.
Sono più di 40 i cani avvelenati, ammazzati perchè a qualcuno ha dato fastidio la loro esistenza, il loro fare branco. Lo si dica e lo si sappia. I cani randagi fanno branco. E di chi sono i cani randagi? Sono del Primo Cittadino, che deve assumersi le responsabilità, senza delegarle alle associazioni animaliste, che già tanto fanno, senza copertura finanziaria ma auto tassandosi.
Al via, adesso, le perquisizioni e la caccia al killer dei randagi.
Intanto il fatto è accaduto e il sindaco di Sciacca è stata denunciata da più associazioni animaliste, tra cui una di Foggia, per inadempienza della legge numero 281 del 1991: omissione di atti d'ufficio, perché dopo l' avvelenamento la zona non è stata bonificata, quindi procurando altri morti.
E' quello che succede quando si gioca alla politica, si gioca a fare gli amministratori. Nemmeno la buona creanza di dimettersi.
Tanto, penseranno in molti dal palazzo del potere, erano solo cani.
Non una condanna forte da parte della Valenti che avrebbe dovuto chiedere, lei per prima, la punizione esemplare per chi si è macchiato di tale crudeltà. Al contrario, si è concentrata su chi l'ha insultata presentando un esposto alla Procura.
La Valenti sostiene di non essere colpevole di quanto accaduto e per questo non chiederà scusa. Colpevole non è materialmente per fatti non commessi, le scuse vanno chieste perchè il sindaco rappresenta la città, rappresenta tutti i cittadini.
Una piaga, quella del randagismo, che è di difficile contenimento, nessuno dei sindaci pensa sia una priorità. Una vergogna che si perpetua ai danni di vite, canine, ma vite. E' questo che sfugge alle amministrazioni di sempre, che si trovano aggrovigliate in una maglia senza venirne fuori.
La richiesta di tante associazioni è stata quella di una reazione forte a livello nazionale, iniziando dall'annullamento della tappa, a Sciacca, del giro d'Italia.


Sconcerto da parte del mondo della politica, Gianfranco Miccichè, presidente dell'ARS: “Quanto accaduto a Sciacca è un fatto gravissimo, una crudeltà gratuita in dispregio del mondo animale, ma soprattutto è un crimine: uccidere i cani non è la soluzione del problema del randagismo. Ripeto, è un crimine. La questione va affrontata sistematicamente attraverso un intervento legislativo deciso da parte delle Istituzioni. Per quanto mi compete, ritengo necessario fin da subito istituire all’ARS una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete”.
Le associazioni animaliste di Marsala, Oipa-Randagi del Sud-Enpa, prenderanno parte, domenica, ad una manifestazione che si terrà proprio a Sciacca. Chiunque volesse partecipare potrà farlo inviando un messaggio sulla pagina facebook delle associazioni in questione, è stato organizzato un viaggio in pullman.
E nella giornata di mercoledì, a Marsala, si è tenuto un incontro tra il mondo animalista e le scuole.
L'impegno è quello di sensibilizzare l'adozione dei cani del canile e al volontariato, presso la struttura di Contrada Ponte Fiumarella.
Lotta al randagismo, microcippatura e sterilizzazione sono state le principali tematiche affrontate. Milena Urso, OIPA, ha spiegato che dal mese di marzo prenderanno il via una serie di controlli a tappeto su tutta la città, per fare in modo che vengano appurati i cani, padronali, ancora privi di microchip, obbligatorio per legge.
Presso il canile comunale è infatti possibile microcippare il proprio cane in maniera gratuita.
Sempre dal mese di marzo si avvierà un progetto per le scuole marsalesi di sensibilizzazione all'adozione dei cani ospiti del canile.