La scelta di Don Baldassare Meli, sacerdote molto impegnato presso la parrocchia Santa Lucia nel difficile quartiere Belvedere di Castelvetrano, di celebrare messa al circo Lidia Togni ha fatto molto discutere. Alla fine Don Meli ha benedetto gli animali.
Gli animalisti però non hanno gradito questa scelta e sul web sono nate le prevedibili polemiche.
Abbiamo intervistato, per capire meglio i termini della vicenda, don Meli e Chiara Messina, volontaria della sezione Enpa di Castelvetrano.
Don Meli, perché dire messa in un circo e benedire gli animali?
La mia non è stata una scelta fuori dalle regole, perché si inserisce nella “pastorale dei circensi” prevista dalla Chiesa. Due anni fa, in quel circo avevano dei bambini in età da comunione e ci avevano chiesto un contributo per la loro preparazione. Si tratta di persone che comunque vivono una vita di grandi sacrifici. Il circo è una vita difficile sia per gli animali che per le persone, spesso esposte al rischio che quest’attività comporta.
Secondo lei gli animali stanno bene?
Guardi, li ho guardati con attenzione e sono davvero curati e ben nutriti. Inoltre so che sono oggetto di continui controlli veterinari. Non mi sentirei affatto di parlare di maltrattamento. E poi si tratta di animali nati lì da generazioni, che non sono stati sottratti ad un altro habitat.
Cosa risponderebbe a chi pensa che questi animali vengono fatti nascere nel posto sbagliato, con l’unica funzione di far divertire gli uomini per lucro? Non è una forzatura?
Ogni addestramento è in qualche modo una forzatura. Diversamente non dovrebbero esserci cani antidroga, cani anti-bomba, oppure animali addestrati per i soccorsi o per l’accompagnamento di soggetti disabili.
Di diverso avviso invece è Chiara Messina. Le abbiamo chiesto perché quanto accaduto viene considerato inaccettabile da parte degli animalisti.
Faccio volontariato animalista da oltre 10 anni. E questa benedizione del circo è in netto contrasto con i principi in cui credo. Inoltre, non posso accettare che un prete, che dovrebbe tutelare la libertà e proclamare il rispetto nei confronti di tutti gli animali, parli di “luoghi comuni” (in una dichiarazione su un quotidiano, ndr) riferendosi alla nostra critica verso chi detiene animali in quelle condizioni. Così rischia di lasciar intendere una consapevole condivisione dello sfruttamento di questi poveri animali.
Le condizioni di detenzione però rispetterebbero gli standard di legge.
Non è questo il punto. Si tratta di animali ai quali viene negata la loro natura. Dovrebbero vivere in libertà nel loro habitat, non reclusi in gabbie anguste, costretti a viaggi lunghi ed estenuanti, sfruttati e spesso sedati esclusivamente per denaro.
Noi della Protezione Animali abbiamo il compito di sensibilizzare l’opinione comune al rispetto nei confronti di tutti gli animali, compresi quelli che sono lontani dalla nostra realtà cittadina. Meritano la medesima tutela del cane randagio che vive sotto casa.
Che tipi di cambiamento vi aspettate per il futuro?
L’Enpa di Castelvetrano continuerà a lottare affinché il Comune non autorizzi più l’istallazione di circhi con animali. In molte città d’Italia i volontari sono riusciti a vincere questa grande battaglia di civiltà, impedendone l’accampamento.
Sono convinta che ci riusciremo anche noi. Tanti risultati sono già stati ottenuti. A livello nazionale è stato di recente approvato al senato il ddl che dispone il graduale superamento degli spettacoli con animali nei circhi, che è già un importante segnale per la tutela del benessere e della dignità degli animali detenuti.
Noi siamo ottimisti sulla definitiva approvazione, affinché si possa porre fine a questo inaudito sfruttamento di vite.
Egidio Morici