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14/03/2018 06:00:00

L'alta tensione post elezioni in Forza Italia e nel Partito Democratico

 Caos in Forza Italia, tantissimi ex dirigenti insieme ai deputati regionali chiedono le dimissioni di Gianfranco Miccichè da commissario azzurro.
Lo scontro è sulla sconfitta alle Politiche del 4 marzo, che vorrebbero fare passare come una vittoria.

C'è stato l'incontro dei “ribelli” a Caltanissetta, presenti i parlamentari regionali Rossana Cannata, Marianna Caronia, Tommaso Calderone, Riccardo Gallo; molti amministratori locali, ex dirigenti di primo piano e il senatore trapanese Tonino d'Alì.

Cresce la fronda del dissenso, Miccichè non ha voluto affrontare l'analisi del voto e non si esclude che i dissidenti possano far nascere una formazione politica nuova, fuori dal movimento forzista.
Pare che la richiesta sia stata avanzata anche al capogruppo di Forza Italia all'ARS, Giuseppe Milazzo, e non ha avuto nessun seguito.

Si chiede l'azzeramento dei vertici siciliani del partito, in ragione del fatto che molti di loro continuano a parlare di vittoria e di risultato ottimale: “Difese d’ufficio quando i numeri sono lampanti: si è passati da 14 a 3 senatori , da 24 a 6 deputati. Difese d’ufficio che stanno scadendo sul falso. Il capogruppo Milazzo che ci accusa di aver chiesto poltrone. Ancora una volta, chi dovrebbe essere la nostra voce corale, perde l’occasione di stare zitto. Lo stesso capogruppo che ha fatto orecchie da mercante alla nostra richiesta di convocare una riunione del partito all’Ars. Ne prendiamo atto".
Presente alla riunione di Caltanissetta d'Alì: “Importante la riunione a Caltanissetta dei deputati regionali, cui ho partecipato con entusiasmo assieme a sindaci e amministratori locali. Condivido la loro analisi sulla fallimentare gestione del partito anche per gli aspetti di politica regionale, oltre che per il disastroso risultato delle elezioni nazionali. Condivido la richiesta che il Presidente Berlusconi sostituisca la dirigenza regionale. Apprezzo lo spirito di positività con cui questo gruppo intende costruire un nuovo e saldo rapporto con le istituzioni e i cittadini siciliani che si riconoscono nella vasta area del centro destra. La Sicilia ha bisogno di rapide e concrete soluzioni per i suoi problemi. Forza Italia, in Sicilia, di una nuova guida”.
Lo strappo si è consumato, i forzisti o vivranno da separati in casa ovvero ci sarà una scissione.

Si  è riunita anche la direzione nazionale del Partito Democratico, Renzi è stato il grande assente, le sue dimissioni sono state lette da Matteo Orfini.
La reggenza del partito è affidata, fino al prossimo congresso, a Maurizio Martina.
La mozione Martina ha avuto sette astenuti e nessun contrario: “Guiderò il partito con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze". Prima di arrivare al prossimo congresso ci sarà una fase di riorganizzazione del partito con degli obiettivi precisi. Intanto Martina puntella le linee politiche: il PD è all'opposizione “ Lega e Cinque Stelle : i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità".
Un plauso a Renzi è arrivato dal Premier Paolo Gentiloni con un twitter: “Le dimissioni di @matteorenzi esempio di stile e coerenza politica. Dalla sconfitta il #PD saprà risollevarsi, con umiltà e coesione. Ora fiducia in @maumartina”.
Renzi fa sapere che non mollerà il cammino intrapreso di rinnovamento e di rottamazione. In molti, durante la direzione, hanno sostenuto che non si potrà fare a meno di Renzi.