“Vogliamo capire cosa spinge una multinazionale, con fatturato in crescita e bilanci in attivo, come Unieuro a chiudere due punti vendita su tre in Sicilia per investire altrove. Chiediamo al Governo Musumeci di attivarsi per stoppare il processo di desertificazione industriale in atto nell’Isola e frenare l’emorragia di posti di lavoro, in una Regione fanalino di coda per tasso di occupazione in Italia a causa di politiche del lavoro scellerate e logiche di profitto mordi e fuggi”. Lo dicono la capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana, i deputati regionali del M5S Antonio De Luca e Stefano Zito al termine dell’audizione della commissione Lavoro dell’Ars, convocata con all’ordine del giorno la vertenza dei lavoratori Unieuro, alla quale hanno preso parte l’assessore regionale al Lavoro Mariella Ippolito e i sindacati. Sono tre i punti vendita Unieuro in Sicilia; circa un centinaio i dipendenti tra diretti e indotto impiegati nella zona orientale dell’Isola. A Ragusa, Unieuro occupa 25 addetti, a Messina 21 e 28 a Siracusa. A rischio chiusura sono gli stores della città aretusea e di quella Stretto, già interessati dai contratti di solidarietà.
“Abbiamo chiesto – proseguono – di convocare un tavolo di concertazione con i vertici di Unieuro alla presenza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, perché vogliamo chiarezza sulle dinamiche che hanno spinto una multinazionale leader nel settore del commercio elettronico a dire addio alla Sicilia”. “Il Governo – aggiunge Zito – ci dica come intende attrarre nuove investitori in Sicilia, se non riesce a trattenere quelle che operano nell’Isola”. “Vogliamo capire le ragioni alla base della chiusura degli stores – conclude De Luca – perché sarebbe grave se fossero collegate a fattori di inquinamento ambientale”.