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24/03/2018 06:00:00

Tutte le buche nelle strade di Salemi. Quando non c'è la normale amministrazione...

  Da alcune settimane sono tantissimi i lettori che ci segnalano la presenza di buche in quasi tutte le vie cittadine. Urbane e extraurbane. Poche si salvano.

Lo testimoniano la serie di fotografie arrivate in redazione. Quelle che pubblichiamo per dovere di cronaca sono le ultime e si riferiscono al tratto di strada che collega la frazione di Ulmi a quella di Filci. Le recenti piogge le hanno trasformate in autentiche trappole per auto e veicoli di ogni genere. 

Non sono le uniche. Fatta eccezione per le vie Marsala, Matteotti e Antonino Lo Presti (oggetto di un recente intervento sinergico Anas- Comune),  quasi tutte le arterie cittadine sono oltraggiate da larghi squarci che rendono in alcuni casi  il manto stradale estremamente pericoloso e insufficiente per una assicurare una nomale circolazione veicolare.

Hai voglia a leggere sui social l'invito di nostri corregionali  emigrati  a farci un giro in Germania dove, a loro dire,  ci sarebbe da imparare tanto sull'arte del "rattoppare" e della manutenzione.

Le buche sulle strade siciliane, trapanesi e salemitane, in effetti, indignano.

Fanno letteralmente schifo e non c'è città, paesino o borgo che si salvi.

Tempi difficili  per i sindaci, di qualsiasi colore, che sono tra i politici i primi interlocutori  diretti con i cittadini.

A nessuno di loro, ne siamo certi, fa comodo questo stato di cose. Eppure, tutto sembra rimanere immobile.

Perché avviene allora tutto questo? Un domandone, a cui quasi mai si da' una risposta convincente ed esauriente.

Qualcuno dà la colpa al traffico eccessivo, altri alla pioggia eccessiva, altri ancora alla molto improbabile escursione termica.

Altri ancora alla mancanza di finanziamenti.

Una cosa e' certa.  Da più di vent'anni ( il ragionamento non vale solo per Salemi) si fanno solo asfaltature risibili, senza mai rifare il fondo. Ad esempio, la strada che collega Salemi allo svincolo autostradale.

La strada d'accesso al "Borgo più bello d'Italia", con avvallamenti, lo stato perennemente  franoso della carreggiata e' una tra le più pericolose della zona.

Parole che fanno male, lo sappiamo. Ma e' la cruda verità.

Ma e' lo stato generale della viabilità in queste precarie condizioni.

 Le buche sono il prodotto di una manutenzione ordinaria fatta male e di una straordinaria manutenzione evitata negli ultimi trent'anni. Così le vie sono ridotte al collasso con gravi ripercussioni sulla viabilità, la sicurezza e l'incolumità stessa dei cittadini. 

Nemmeno le asfaltature elettorali democristiane di una volta, ormai!

I tempi in cui, quando si voleva essere teneri con l' amministrazione cittadina, e  non si voleva infierire nelle viscere di questioni ben più serie e compromettenti, l'opposizione di turno faceva sempre riferimento alle buche esistenti  e persistenti lungo le strade.

Era un modo per entrare nelle corde popolari,  per dare ad intendere che l'opposizione veniva fatta, e poco contava se nel frattempo infiltrazioni esterne di ogni genere penetravano nei gangli amministrativi, nel silenzio generale.

Quella delle strade dissestate era un cavallo di battaglia, per testimoniare l'esistenza politica dei partiti.

E magari l'argomento veniva utilizzato per fornire un alibi all'assessore di turno che doveva favorire l'impresa che, guarda caso, restava nel corso degli anni, sempre la medesima ad aggiudicarsi l'appalto.

E magari si ricorreva anche  ai famigerati "cantieri scuola" ( tanto attesi da manovalanza disoccupata fatta anche da giovani studenti, ma anche da cittadini che richiedevano l'intervento pubblico per sistemare l'angolino privato).  Cantieri , pomposamente definiti "scuola",  che nulla insegnavano   ma che ogni anno intervenivano per certa la manutenzione "straordinaria" intervenendo in maniera clientelare in una zona a discapito di un'altra.

Oggi nemmeno questo. Tutto viene accettato come una maledizione divina.

E la linea della palma di sciasciana memoria, anche su questo aspetto, e' risalita sempre più verso il nord.

Le quotidiane polemiche sulle ormai proverbiali buche della citta' di Roma sono note. Ma anche la industriale Lombardia non e' esente dal problema,

Il fenomeno da siciliano, e' diventato nazionale.

Basta oggi una notte di pioggia e la mattina ci si risveglia con le buche trasformate in acquitrini, che, non essendo mai state riparate nonostante la mole di traffico ( via A. Favara, ad esempio)  diventano ancora più insidiose e con buona pace di copertoni, assi e semiassi delle auto.

Qualche anno  fa, in Inghilterra un artista anonimo, che si faceva chiamare "Wanksy" , armato di una lattina di vernice spray,  si rese noto per avere lanciato una crociata per  liberare la regione dalle buche stradali disegnandoci sopra degli organi sessuali maschili. Un modo piuttosto bizzarro per attirare l'attenzione sul problema.

Non sappiamo se la crociata  del britannico sia risultata vittoriosa.

Sappiamo solo che se si volesse emularne le gesta,  in queste nostre lande insulari, di lattine di vernice ce ne vorrebbero molto di più di una camionata.

Franco Ciro Lo Re