Solo da pochi giorni ci sembra primavera. Da qualche settimana notiamo che i campi sono dei fiori. E le nostre città, piene di nubi di polline, hanno il precipizio delle cose luminose che vorrebbero già fosse l’estate. Poi d’improvviso vengono freddo ed acqua, e tutto torna ad attendere il ciclo che vogliamo.
Ma è primavera, dicevamo. Anche per le vite senza orizzonte, per le esistenze che sembra rincorrano per tutta la loro esistenza il senso di un errore, la spiegazione di un torto, il destino di un accidente. E finiscono, invece, nello sbadiglio dell’indifferenza. Tanto è.
Sbaglia chi crede che la rinascita del cinema spagnolo ‘medio’, non quello del mainstream consacrato (spesso esportato in terra americana), sia legato a doppio filo al ‘genere’; o horror, o sci-fi, o thriller.
C’è un sottobosco di dramma ferino, adult(er)o, interessantissimo che spesso imbrocca storie buone e le sa perfettamente raccontare, che è un patrimonio dell’umanità per chi al cinema chiede cinema. Non balle.
Il nobile ‘cine al feminil’ di Paula Ortiz, “La novia”, di Carla Simon, “Estiu 1993”, e di Iciar Bollain, il bellissimo “El olivo”; l’incontro di culture e di pellame sensibile che fa sfoggio di sé in tutta l’opera di uno come Mikel Rueda (e che trova massimo compimento in “A escondidas”); e Fernando Leon de Aranoa, stiletto sopraffino quando gli gira, Achero Manas in qualche sua cosa riuscita, Paco Leon, irriverente e divertente . Eccetera, eccetera, eccetera…
L’opera che vi proponiamo quest’oggi, sconosciuto semicapolavoro di due promettenti filmakers baschi che rispondono ai nomi di Jon Garano e di Josè Maria Goenaga, ha rappresentanto la Spagna nella corsa agli Oscar del 2016, e sintetizza perfettamente il panorama di gran livello artistico raggiunto dalla cinematografia iberica d’ultimo corso.
Buona domenica, buona visione ed al prossimo film!
Marco Bagarella
Dicono del film
Viviamo circondati dai fiori. Fiori ai matrimoni e ai funerali, fiori su un tavolo, fiori sulla carta da parati, in un giardino o lungo una strada. Diamo l’idea di ricorrere alla loro immagine costantemente, con l’intento di esprimere ciò che spesso non sappiamo dire a parole. Sono poche le immagini che riescono a rendere tante cose, così diverse tra loro. E in base al contesto in cui si trovano, il significato dei fiori può cambiare radicalmente. E ancor più il significato cambia in base alla persona che li guarda o a chi li riceve. A partire da questa ambiguità e possibilità di significati nasce l’idea di Loreak. Ci sembrava interessante esplorare come qualcosa all’inizio tanto spoglio di significato, come un mazzo di fiori, potesse infine trasformarsi nel più sincero dei messaggi. E insieme cambiare la realtà del suo destinatario. Loreak è un film pieno di fiori, nei contesti più diversi, che raccontano storie diverse. Ma che alla fine convergono in un unico discorso.
(Josè Maria Goenaga)
C'è davvero molta carne al fuoco in questo strano e adorabile film. Concentrandosi su una misteriosa consegna regolare di fiori a una donna di nome Ane (Nagore Aranburu), consegna fatta da una persona anonima che – forse – è un collega che conosce a malapena (Josean Bengoetxea), il film intriga ed affascina. Un’opera che ha a volte l'aria di un realismo magico, mentre in certi passaggi declina verso la commedia degli equivoci. Una pecora ci appare, due volte; inizialmente portando alla morte accidentale del collega e, poi anni dopo, favorendo l’incontro inverosimile ma assolutamente credibile tra Ane - che da allora è ossessionata dal defunto Benat - e la sua vedova (Itziar Ituno). Ma che senso può essere fatto di questo?. Il film è una meditazione poetica sull’amore, sul dolore e sulla memoria, tutti espressi attraverso la metafora dei fiori recisi. In una conversazione mostrata in flashback, Beñat dice ad Ane che deve tagliare le estremità di un bouquet prima di metterle in acqua. "Il taglio deve rimanere aperto?" Chiede Ane. E Benat le risponde: "Sì, se vuoi che duri più a lungo!". Ecco, questo film è una taglio aperto al cuore, e la piacevolezza di averlo visto dura molto, molto a lungo.
(Michael O’Sullivan)
Il film in streaming gratuito
https://openload.co/f/qSpmpPVwvS4/qrb-loreak.mkv.mp4
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