di Katia Regina. Quattro giovani attori marsalesi, un testo di Sciascia e un regista palermitano. La Sicilia si racconta attraverso i suoi figli, di ieri e di oggi, e che sicuramente avranno un domani, fatto di successi e riconoscimenti. Giuliano Scarpinato ha scelto uno dei testi più difficili e rappresentativi di una Terra che non ha mai smesso di convivere con il mistero, l’esoterismo popolare necessario per esorcizzare una condizione di imponderabilità pesante quanto una mala sorte.
I testi di Sciascia son sempre attuali, vaticinanti, e di questo il maestro non andrebbe così orgoglioso. Da intellettuale… egli già sapeva, e nei suoi scritti forniva prove suggestive al punto d’essere possibili in ogni tempo. Scarpinato ha saputo estrarre l’essenza vera de I Pugnalatori, ha indagato con gli occhi del disincanto di oggi, c’ha giocato, come fanno i bambini per affrontare la paura. Ci ha restituito una storia ricca di sentimenti insulari: rabbia, dolcezza, disillusione e caparbietà, contorti come i rami di un ulivo secolare che affonda le sue radici dentro una terra bagnata col sangue degli innocenti.
Bravi gli attori in scena che hanno saputo reggere cambi compulsivi di personaggi e costumi. Dialoghi serratissimi in dialetto stretto e movimenti scenici da veri atleti. Straordinarie Melania Genna e Marcella Favilla, donne al bisogno, credibili in ogni caso. Suggestioni visive avvolgenti, musiche sorprendenti, inattuali e calzanti, movimenti scenici perfettamente misurati e sincopati. Una prova di grande professionalità per uno spettacolo inserito nel cartellone voluto da Moni Ovadia proprio per valorizzare i nostri talenti. Certo, per poterli valutare sarebbe stato sensato partecipare all’evento, fare un salto a Marsala, considerando che proprio in questi giorni si trova sull’isola.
Insomma un’altra occasione persa, per noi, ma anche per il maestro. Questo spettacolo è stato costruito e prodotto a Marsala, e sarebbe un vero spreco non metterlo in circuito, e questo un direttore artistico lo sa bene. Una stagione teatrale di grande qualità, quella appena conclusa, in alcuni casi delle vere eccellenze, ma la sola costante è stata l’assenza di pubblico. Anche stavolta, presenti in sala meno di 200 spettatori, nonostante gli attori fossero tutti marsalesi.
È mancata la comunicazione anche in questo caso? Comincio ad avere un sospetto, questa città non è interessata al teatro d’autore, lo snobba, per poi dire che è tutto uno spreco di denaro pubblico e interessa solo ad una cerchia elitaria… per rivendicare che il teatro lo sanno riempire le compagnie amatoriali … e poco conta se queste non sanno trasferire la passione, la curiosità per questa forma di arte in genere. Ho imparato ad amare Dante grazie ad una insegnate, mi ha parlato del poeta trasferendomi l’amore per tutta la letteratura.
Sul palco: Fabrizio Lombardo, Francesco Torre, Melania Genna e Marcella Favilla.