“Bisogna definire con il ministero dell’Economia il destino di Riscossione Sicilia. Si stimano per la Sicilia cinque miliardi di imposte non riscosse, più di sei di lavoro nero e tre di economia illegale. Certo non è facile recuperare questa montagna di denaro ma occorre almeno creare le condizioni perché non continui a crescere”.
A dirlo è stato Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, aprendo nel pomeriggio i lavori del XII Congresso regionale ‘Prospettiva lavoro!’ che sceglierà i vertici per i prossimi quattro anni e che domani ai Cantieri culturali alla Zisa vedrà la partecipazione, tra gli altri, anche del leader nazionale, Carmelo Barbagallo.
“Il governo Musumeci ha ereditato un indebitamento di otto miliardi e un disavanzo di quasi sei – ha ricordato Barone avanti ai circa 300 delegati arrivati da tutta la Sicilia -. Il Def prevedeva la rinegoziazione degli accordi Stato-Regione per recuperare almeno 400 milioni sulla base delle prerogative statutarie dell’autonomia regionale. La possibilità di ottenere queste risorse è ancora tutta da verificare. Prelievo forzoso a carico della Regione per le ex Province, compartecipazione alla spesa sanitaria – la più alta di tutta Italia -, accise sui prodotti petroliferi vanno ridiscussi con il governo nazionale. Ma con quale governo nazionale? Non sarà semplice”. Ma per il leader siciliano della Uil non c’è solo il Bilancio della Regione. “Altrettanto importanti” sono i fondi europei ha avvertito. Trenta miliardi di euro. “La capacità di utilizzo di queste risorse è di gran lunga inferiore rispetto alla media nazionale – ha detto -. La Corte dei Conti, lo scorso luglio, ha lanciato l’ennesimo allarme avvertendo che la maggior parte di questi fondi rischiano di tornare indietro”.