Da una trattativa nata per l'aumento della mensilità da 85 euro lordi per il personale della Regione Sicilia ad una possibile primo passo verso quella che potrebbe diventare una vera rivoluzione, con la possibilità di aprire le porte al lavoro a distanza e permettere ai regionali di potere lavorare per conto di un assessorato centrale coprendo i vuoti d’organico. Questo è ciò che dirà l’assessore alla Funzione pubblica, Bernadette Grasso all'incontro con i sindacati. Dopo 12 anni di blocco del contratto, e dopo una trattativa fallita col vecchio governo si riparte. Sul tavolo non ci saranno solo gli aumenti, ma anche il problema degli esuberi nelle province e dei vuoti di organico nelle sedi centrali. A Palermo lavorano “appena” 4 mila dipendenti e addirittura 9 mila nelle sedi decentrate.
L’assessore Grasso: «Noi concederemo gli aumenti ma chiederemo che si possa fare una riorganizzazione del personale. In provincia lavorano troppe persone che non possiamo trasferire ma che sono in esubero».
La Grasso sta valutando di cambiare l’impiego negli uffici provinciali del lavoro, del Turismo e dell’Agricoltura. La protesta è già stata annunciata e i sindacati Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna hanno confermato le assemblee e sit-in di Palermo e Catania, davanti alla sede della Presidenza della Regione, anche se sono state rinviate a martedì 5 giugno proprio in attesa del confronto di martedì.