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19/06/2018 09:00:00

Cgil, consiglieri, cittadini in piazza a Trapani per i diritti dei migranti

 Un lunedì mattina di riflessione per la CGIL della sezione di Trapani, che ha organizzato ieri mattina, davanti la Prefettura in Piazza Vittorio Veneto una manifestazione per rivendicare il rispetto dei diritti dei migranti. É stato un momento in cui si è potuto parlare di accoglienza e discutere del provvedimento del Ministro dell’Interno Matteo Salvini che prevede la chiusura dei porti per le navi delle ONG. Diverse le persone intervenute sull’argomento, dal segretario della CGIL, ai consiglieri comunali ad uno studente trapanese a Bruxelles.

 

Filippo Cutrona segretario generale della CGIL di Trapani commenta così il motivo per cui questa sigla sindacale ha organizzato la manifestazione: “anche in maniera simbolica, la CGIL è qua insieme ad altri gruppi, perchè intanto c’è una sensibilità verso chi, non è diverso, ma è uguale a noi, hanno il nostro stesso sangue. Noi vogliamo inserirci in un contesto di collaborazione anche con le istituzioni. Il sistema dell’accoglienza a Trapani funziona in maniera impeccabile. L’accoglienza è una priorità per chi, come noi, è terra di frontiera.”

Alla manifestazione erano presenti anche i “giovani Anpi”. Alla domanda se i giovani sono sensibili al tema dell’immigrazione, risponde il coordinatore di questa associazione giovanile Davide Gallina: “c’è un fenomeno di apatia da parte dei giovani nei confronti di queste manifestazioni, e più in generale nella politica. Però ci sono i giovani interessati che capiscono che questo è un tema sopratutto loro. I giovani non si interessano quanto dovrebbero interessarsi, ma si interessano.”

Presenti ieri mattina anche i consiglieri del Comune di Trapani, Dario Safina e Giuseppe Lipari. Quest’ultimo ai nostri microfoni dichiara: “Oggi è importante prendere posizione contro chi non vuole accogliere i migranti. Penso che la tutela dei più deboli passi anche dall’accoglienza di chi non è nostro concittadino, da chi scappa da guerre e da persecuzioni. Oggi il Comune può fare tanto, spendendo addirittura niente, semplicemente organizzando le sue risorse. Le peggiori dittature nascono proprio dalla paura del diverso, dalla xenofobia.”

Per finire riportiamo la riflessione sull’argomento di Paolo Petralia, che sta svolgendo un master in relazioni internazionali e un tirocinio presso il Parlamento Europeo: “Sul tema dell’accoglienza è stato detto tutto e il contrario di tutto. Il nuovo Governo ha posto il fenomeno dell’immigrazione dai paesi africani e mediorientali al centro dell’agenda politica, enfatizzando il ruolo dell’Italia come maggiore “vittima” degli sbarchi. Tralasciando il triste evento della nave Aquarius, dove 600 persone (perché fino a prova contraria, gli immigrati sono persone) in viaggio e in condizioni igienico sanitarie precarie, sono state respinte verso le coste spagnole. Tuttavia, la discussione su tale fenomeno e, più nello specifico, sul tema dell’integrazione, richiederebbe un approfondimento in altra occasione. Ciò che rileva maggiormente, sempre per quanto concerne il recentissimo “caso Aquarius” è stata la risposta a voce alta dei sindaci di diverse città del meridione d’Italia, i quali hanno dato la disponibilità di ricevere i migranti della nave Aquarius. Nonostante una campagna mediatica aggressiva, responsabile di una disinformazione storica e sociale, già da anni i sindaci hanno ricoperto un ruolo importante di sensibilizzazione dei cittadini. A tal proposito, la “Carta di Palermo” promossa dal sindaco Orlando è un emblema in tema di mobilità come diritto umano. I Sindaci hanno un ruolo amministrativo che può apparire circoscritto, tuttavia un lavoro di sensibilizzazione locale condivisa può rivestire un ruolo fondamentale per l’accoglienza e per recuperare il valore dell’umanità, oggi superficialmente accantonato dalle principali forze del Governo nazionale. I sindaci possono essere protagonisti diretti e indiretti su come i flussi migratori devono essere percepiti e gestiti.”

Trapani, tramite le parole del Sindaco Tranchida, è disponibile ad accogliere le navi che trasportano le persone salvate in mare. Come già successo a Catania, gli sbarchi nelle nostre coste continueranno. È quindi necessario trovare una soluzione a livello nazionale ed europeo, che consideri, oltre gli interessi economici, i diritti di queste persone.