Morto a Paceco un boss della vecchia mafia, Gaspare Sugamiele. Negli anni Ottanta il suo nome finì sui giornali nazionali perchè la moglie, Margherita Petralia (prima donna testimone di giustizia), lo accusò di un omicidio. La donna appuntava in un diario segreto quello che riusciva a carpire dei segreti del marito, portandolo alla condanna. In appello ritrattò tutto, ma i giudici non le credettero, anche perché nel frattempo il pentito Vincenzo Milazzo aveva confermato le sue accuse.
Vito Sugamiele, detto "Vito Nasca" aveva 70 anni.
Curiosità: nei diari della moglie compare per la prima volta il nome di Vincenzo Virga, boss di Trapani insospettabile per gli investigatori che allora erano ancora sulle tracce di Totò Minore, in realtà morto da tempo. La signora Petralia scappò di casa perchè aveva una relazione extraconiugale con un uomo delle forze dell'ordine, peccato che per le rigide regole di Cosa nostra si punisce con l'omicidio. E infatti la famiglia mafiosa di Paceco aveva deciso di ucciderla.
Vietati per Sugamiele i funerali in forma pubblica.