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22/06/2018 06:00:00

Rifiuti in Sicilia: la lotta dei sindaci, la riforma Musumeci e tanta spazzatura in strada

La situazione rifiuti in Sicilia è sempre più caotica e lo è ancora di più con l’entrata in vigore dell’ordinanza di Musumeci. I sindaci siciliani sono pronti a bloccare le nuove norme in materia di smaltimento e il presidente non solo non cambia idea ma approva anche la riforma degli Ato.

Ecco i punti principali dell’ordinanza: entro fine giugno i nuovi piani per aumentare la raccolta differenziata e puntare al 65% previsto dalla legge (attualmente tra il15 e il 20%); entro fine luglio ogni sindaco deve trovare una ditta e un sito fuori dall’Isola in cui smaltire i rifiuti indifferenziati; dal primo ottobre potrà essere smaltito in discarica solo il 70% delle attuali quantità.

Primo passo verso la riforma degli ATO - L’ordinanza è dunque il primo passo che secondo Musumeci dovrebbe portare alla riforma degli Ato. Lo scontro istituzionale è già iniziato, perché l’ordinanza consente a Musumeci di commissariare e poi dichiarare decaduti i sindaci che non rispetteranno i tre punti principali.

La reazione dell’Anci -  L’associazione dei sindaci guidata da Leoluca Orlando, ha scritto un documento in cui contesta punto per punto l’ordinanza. «Sui Comuni si stanno abbattendo una serie di vecchie problematiche - si legge nel documento -. Si procede senza una visione e una strategia complessiva, in forza di una serie di ordinanze contraddittorie». I sindaci riuniti a Palermo hanno evidenziato «che non c’è stato invece alcun intervento della Regione sull’impiantistica mentre i Comuni sono costretti a conferire i rifiuti a distanze eccessive e a costi esosi». I sindaci contestano anche la mancata chiusura degli Ato: «I costi di tutto ciò non possono essere riversati semplicisticamente sulle amministrazioni locali».

L’appello dell’Anci: «Serve un confronto fra Regione e Comuni. E non si può che partire dalla revisione di alcuni elementi contenuti nell’ordinanza. L’idea che in un mese si possa chiedere ai Comuni di recuperare quello che la stessa Regione non è riuscita a fare nell’arco di anni è insostenibile». Secondo l’Anci, Musumeci non ha distinto fra Comuni di dimensioni e bilanci diversi e fra Comuni che hanno la fortuna di avere impianti e altri no. Il segretario dell’Anci Mario Emanuele Alvano ricorda che «in 140 Comuni si è votato appena il 10 giugno e non si può chiedere di fare entro fine mese un piano di così vaste dimensioni.

La contestazione del commissariamento: «Minacciare il commissariamento - si legge nel documento dell’Anci - non è un segnale positivo nella costruzione di un clima favorevole alla soluzione di un problema complesso. Dalla Regione ci attendiamo invece un confronto che non si limiti a dire ciò che i Comuni devono fare ma spieghi come si intendano sostenere i sindaci nell’attuazione dei loro obblighi».

La posizione dei sindaci, nonostante non ci siano proteste di piazza rallenta il percorso del governo regionale perchè è prevedibile a questo punto che difficilmente vengano centrati gli obiettivi di raccolta differenziata, visto che i sindaci hanno anticipato che la relativa ordinanza è inattuabile.

Le ATO saranno 9 - Per quanto riguarda l’ATO, in base al testo ne resteranno solo 9 che coincideranno con le vecchie Province e metteranno insieme i sindaci del territorio. Alla guida ci sarà un esterno, eletto dagli stessi primi cittadini. Rimarrà tutto il personale anche quello precario. Il testo, 32 articoli, dovrebbe approdare all’Ars entro questo fine settimana. A guidare l’Ato sarà il governatore che avrà un contratto di diritto privato e un compenso da stabilire. Il suo mandato sarà rinnovabile soltanto una sola volta. Spetterà invece all'assemblea dei sindaci, su proposta del governatore, determinare la tariffa (cioè la Tari) e le modalità di gestione del servizio (società in house o appalto a ditte esterne).
Ogni Ato deve essere autosufficiente, prevedendo che ci sia un sistema di raccolta e un luogo con degli impianti in cui far confluire i rifiuti. All'interno di ogni Ato andranno create aziende che si occuperanno di riciclare i materiali principali.

Lavoratori ATO - Sono 11 mila persone, fra dipendenti di ruolo e precari, che gravitano intorno ai vecchi Ato. Con la riforma si prevede di salvarli tutti. Ci sarà un albo che avrà due sezioni: la prima per i dipendenti assunti prima del 31 dicembre 2009, la seconda tutti i precari che abbiano lavorato «a qualunque titolo» per almeno 36 mesi continuativi negli anni successivi.

La situazione in provincia di Trapani - Mentre nei palazzi della Regione e dell’Ars si mette mano alle riforme sul sistema dei rifiuti in Sicilia, cresce la crisi in provincia di Trapani dovuta ai problemi del mancato conferimento dei rifiuti causato dalla chiusura delle discariche di Siculiana e Borranea.

Anche i comuni della SRR «Trapani Sud» hanno iniziato a conferire presso l'impianto di riciclaggio e compostaggio di contrada Belvedere, gestito dalla Trapani Servizi, e hanno dovuto accettare una diminuzione dei quantitativi giornalieri e già in molte città la spazzatura è rimasta nelle strade. I quantitativi assegnati non sono sufficienti, visto che, soprattutto con l’inizio della bella stagione viene prodotto un numero maggiore di rifiuti solidi urbani o indifferenziati.

La gestione è complessa e divisa su due società, la Srr «Trapani Nord», che si appresta ad avere un nuovo presidente visto che l’uscente, Mino Spezia, ex sindaco di Valderice, e la Srr «Trapani Sud» guidata dal commissario Sonia Alfano. I comuni della Srr «Trapani Nord» sono quelli di Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Favignana, Marsala, Paceco, San Vito Lo Capo, Trapani e Valderice. Quelli della Srr «Trapani Sud» sono Mazara, Castelvetrano, Campobello, Petrosino, Partanna, Salemi, Santa Ninfa, Gibellina, Vita, Poggioreale, Salaparuta.

I sindaci del trapanese hanno chiesto di tenere aperto l'impianto di riciclaggio e compostaggio di contrada Belvedere anche la domenica. Il prefetto Darco Pellos ha inviato una nuova nota all’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, per avere chiarimenti sulla situazione che interessa i cittadini di tutta la provincia.

A Trapani si torna all’uso dei cassonetti. L’amministrazione comunale guidata da Giacomo Tranchida ha deciso così dopo la riunione tra i vertici comunali, la Trapani Servizi ed SRR, e il delegato della direzione regionale del Dipartimento acque e rifiuti. Le nuove modalità saranno in vigore fino all’arrivo della nuova ditta, la Energetikambiente che gestirà la raccolta dei rifiuti differenziati dall’autunno. I cassonetti torneranno ma non in tutta la città. Verranno posizionati in alcune zone critiche per superare in tranquillità il periodo estivo. Ci saranno anche delle piccole isole ecologiche dove i cittadini potranno conferire giornalmente tutti i rifiuti.

Mazara autorizzata ad eliminare 800 tonnellate di rifiuti presenti in Città. Raggiunta l'intesa con la Regione per lo smaltimento dei rifiuti in strada. La città di Mazara che da giorni è colma di spazzatura  è stata autorizzata a conferire le 800 tonnellate di rifiuti presenti. 

La Regione siciliana ha emanato un nuovo decreto che consentirà di eliminare le tonnellate di rifiuti che per ora si trovano in Città. Il nuovo decreto regionale, il numero 614 del 21 Giugno 2018, consente alla Città di Mazara del Vallo di poter portare i rifiuti, in via straordinaria, nell’impianto di Bellolampo gestito dalla società Eco Ambiente Italia s.r.l. dopo il trattamento degli stessi da parte del centro D'Angelo Vincenzo srl di Alcamo.